Milano si è «autoridotta» l’Ici: ha già rinunciato a 140 milioni

Albertini ha sempre tenuto ferma l’aliquota al 5 per mille, la più bassa d’Italia, e non ha mai applicato il 35,5% di aumento indicato dall’Istat

Sabrina Cottone

Milano è tra le città d’Italia in cui l’aliquota Ici è più bassa: è ferma al cinque per mille, unica per tutti e non è mai stata toccata durante i nove anni di governo della giunta guidata da Gabriele Albertini. Il vicesindaco, Riccardo De Corato, va oltre e risponde alle accuse che arrivano dalla sinistra: «Palazzo Marino dal ’93 al 2005 ha già ridotto l’Ici, di 140 milioni di euro su tutti gli immobili e di 41 milioni solo sulla prima casa». L’apparente contraddizione è possibile perché il Comune non ha fatto ricorso alla rivalutazione del 35,5 per cento prevista dall’Istat. Le casse comunali incassano dall’imposta sugli immobili 396,4 milioni, 115 dei quali sulla prima casa.
I confronti con le altre grandi città sono significativi. A Roma, dove il gettito complessivo è di 320 milioni, l’aliquota è del 4,9 per mille sulla prima casa ma sale al 6,9 sulle seconde case e su quelle sfitte (queste ultime due aliquote ritoccate verso l’alto negli ultimi dieci anni). A Firenze (incasso totale 138 milioni) l’aliquota sulla prima casa è del 6 per mille, che sale al 7 per la seconda e al 9 sulle case sfitte. Infine Napoli, dove il gettito è di 160 milioni e l’aliquota sulla prima casa è del 5,5 per mille.
De Corato illustra i numeri del risparmio garantito ai milanesi: «In questi nove anni l’aliquota è rimasta pressoché invariata, non solo per la prima abitazione, ma per tutti gli stabili, sia quelli ad uso privato sia per quelli ad uso commerciale, non essendo stata adeguata alla rivalutazione monetaria che è del 35,5 per cento secondo l’indice Istat». In soldoni, da tutti gli immobili il Comune nel 2004 ha incassato 396,4 milioni di euro. Se invece questa imposta fosse stata rivalutata avrebbe dovuto riscuotere 537,1 milioni di euro: «Ciò significa che su tutti gli immobili i milanesi hanno risparmiato 104,7 milioni di euro». Limitando i calcoli alla prima casa, con l’aliquota Ici invariata dal ’93 al 2005 sono stati incassati 115 milioni di euro contro i 156 milioni di euro. Conclude il vicesindaco: «I milanesi solo sulla prima abitazione hanno risparmiato 41 milioni di euro».
Rifondazione, comunque, non rinuncia alle critiche. «Il centrodestra milanese non ha mai voluto diversificare e abbassare l’Ici sulla prima casa per occultare i continui tagli ai comuni operati dal governo Berlusconi» attacca il capogruppo in consiglio comunale, Giovanni Occhi.

Maurizio Lupi, vice commissario cittadino di Forza Italia, illustra la posizione del suo partito: «Forza Italia non è interessata a mettere le mani nelle tasche degli italiani, come ha fatto l’esecutivo dell’Ulivo. Da parte di Berlusconi c'è un progetto serio, che nella soppressione dell’imposta comunale sugli immobili per i possessori della prima casa ha il principale degli elementi di forza».

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