A Milano in visita ai bimbi malati di cancro

nostro inviato a Barcellona

Insomma, è un ritorno in grande stile. Un tour mondiale tutto esaurito in poche ore. Un greatest hits, Twentyfive, che esce a metà novembre con quattro inediti (e differenti formati: 2 cd, 3 cd deluxe 2 dvd) e una lunga serie di appuntamenti collaterali che battezzano la resurrezione pubblica di una delle ultime, autentiche popstar sopravvissute alle cavallette del rap. George Michael, che a Londra detesta Fleet Street, la strada dove si concentrano le redazioni più pettegole e quindi scatenate contro di lui, gay e amante della marijuana, in realtà continua discretamente a foraggiare lo spirito e le casse di tante organizzazioni solidali che lottano contro l’Aids e il cancro. «Sono le malattie che gli hanno portato via la madre ed Anselmo Feleppa, il grande amore della sua vita» dice chi lo segue da anni. Con lui a Barcellona è arrivato anche il suo compagno Kenny Goss, proprietario di una galleria d’arte a Dallas, che lo seguirà anche in altre città europee (Parigi, Monaco, Berlino, Oslo e Milano) per visitare i luoghi d’arte e i musei raccogliendo i commenti dei vip e confezionarli in un documentario televisivo. Ma non solo.

In ognuna di queste tappe, Kenny Goss e, quando potrà, George Michael visiteranno gli ospedali infantili per portare, come ripete un ragazzo del suo staff, «un po’ di gioia ai bambini o alle infermiere che trascorrono tutto il giorno nella sofferenza. E magari invitarli a vedere lo show».

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