Il 2015 in città tra imprese che nascono e insicurezza

Elena GaiardoniLe proiezioni sui saldi invernali sono allegre. Si valuta una crescita del 45 per cento di spesa rispetto allo scorso anno, prospettiva in linea con l'ottimismo portato da Expo che ha aperto una finestra d'aria buona su Milano per quanto concerne lo sviluppo economico. Expo è stata davvero cibo.Se oggi s'aggira un fantasma negativo per la città è quello della sicurezza. Il 60% dei milanesi non dimentica i fatti di Parigi e ha paura. Il 20% vorrebbe più intelligence e indagini. Vitalità invece dal punto di vista imprenditoriale, soprattutto nelle 80 mila attività che hanno realizzato lavori per l'Esposizione, come conferma in una ricerca la Camera di Commercio. Nel 2015 le imprese sono cresciute dello 0,2 per cento, passando da 288 mila a 293 mila, e con 70 miliardi di fatturato la città è sempre la prima in un Paese che registra un fatturato nazionale di 177 mila euro.Nell'anno che sta per andarsene si sono registrate mille assunzioni in più rispetto al 2014 ed è cresciuto il numero di ragazzi stranieri che sono venuti a studiare nelle università milanesi. La cultura non è più la Cenerentola dell'imprenditoria, perché il Natale turistico milanese ha raddoppiato le presenze. Per nove visitatori su dieci che sono transitati tra i padiglioni di Rho, Milano è una città da non perdere dal punto di vista artistico, volto a cui i milanesi tengono in modo particolare.

Anche il mattone gode. Si è rivalutato in zone come Solferino e corso Garibaldi e mantiene il suo pregio in Sarpi e Procaccini. Hanno riacquistato valore zone come San Vittore, Washington-Vesuvio, Solferino, Castello, Fiera-Monterosa.

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