Un occhio di riguardo per le categorie «svantaggiate». Anche nell'assegnazione degli appalti pubblici. È con questo spirito che il Comune ha deciso di riservare il 5% degli appalti per la fornitura di beni, servizi e lavori diversi da quelli socio-sanitari ed educativi alle cooperative sociali di tipo B, vale a dire a quelle realtà che occupano soggetti svantaggiati. La delibera è stata approvata venerdì. Si tratta di linee guida che applicano il «Protocollo per la qualità e la tutela del lavoro negli appalti di lavori, servizi e forniture», sottoscritto dal Comune con i sindacati Cgil, Cisl e Uil lo scorso anno, in cui si definiva l'inserimento di una «clausola sociale» negli appalti di servizi e forniture. L'Amministrazione istituirà un nuovo elenco speciale delle cooperative di tipo B che sarà aggiornato ogni sei mesi mentre, ogni anno, per ciascun ente, verranno verificati i requisiti per la permanenza. Le cooperative che vorranno accedere all'elenco comunale devono essere già iscritte all'albo regionale di competenza.
«Nessuno deve essere lasciato indietro - ha detto il sindaco Giuliano Pisapia - Abbiamo dato una risposta concreta a un crescente bisogno di integrazione dei soggetti più deboli non solo all'interno della territorio e della comunità in cui vivono, ma anche in ambito lavorativo, un aspetto fondamentale per la piena realizzazione della dignità di una persona». «Le linee guida approvate dalla Giunta - ha commentato l'assessore alle Politiche per il Lavoro Cristina Tajani - permettono di creare occupazione e dare risposte alle persone che hanno maggiori difficoltà nell'inserimento lavorativo. Si conferma così l'impegno dell'Amministrazione nell'individuare un quadro di regole economiche e sociali sostenibili nell'ambito dei nuovi servizi e dei nuovi lavori, con particolare riguardo alle fasce più deboli della popolazione e per garantire pari opportunità ai lavoratori più fragili».
Il 5% dei lavori a chi impiega soggetti deboli
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.