Cronaca locale

"700 mila euro di debito col Comune...". Campo rom moroso "aiutato" da Sala

Ci sono bollette non pagate per 700 mila euro nel campo rom di Chiesa Rossa a Milano e Beppe Sala paga una consulenza da 40mila per trovare casa ai nomadi

"700 mila euro di debito col Comune...". Campo rom moroso "aiutato" da Sala

Quello dei rom morosi è un annoso problema a Milano ma la giunta di sinistra non sembra essere interessata alla sua risoluzione. Il quartiere Chiesa Rossa sorge alla periferia sud di Milano e il campo rom di questa zona è stato regolarizzato nel 2015, quando il sindaco di Milano era Giuliano Pisapia. Una sorta di condono non gradito dai cittadini, che più volte hanno lamentato episodi di degrado e delinquenza legati al mondo dei rom. Una situazione non sostenibile, aggravata anche dai debiti verso il Comune, come spiegato da Stefano Bolognini, commissario provinciale della Lega e assessore regionale: "Bisogna chiuderlo, ha 700mila euro di utenze non pagate al Comune, oltre che molti problemi".

Davanti ai cancelli del campo rom di Chiesa Rossa, oltre a Stefano Bolognini, erano presenti anche la senatrice Maria Cristina Cantù, ricandidata per la Lega al Senato, il consigliere comunale Samuele Piscina e l'onorevole Laura Ravetto. Proprio da qui è partita la campagna elettorale della Lega a Milano in avvicinamento al giorno delle elezioni del prossimo 25 settembre, da uno dei punti nevralgici maggiormente problematici di Milano. Come spiega il consigliere Piscina, si legge sul quotidiano Libero, il campo rom di Chiesa Rossa "è un simbolo del fallimento di quell'integrazione che la sinistra sbandiera da decenni e che, però, non ha prodotto nulla". Inoltre, non solo ha un debito da centinaia di migliaia di euro con il Comune, ma per il quale Beppe Sala ha deciso di investire ancora. È lo stesso Bolognini a spiegare che "il fatto ancora più grave è la scelta del sindaco di Milano di pagare una consulente 40 mila euro per trovare casa ai rom".

Si tratta di fondi che sarebbero potuti essere investiti e destinati alle politiche sociali per la città e che, invece, vanno ancora convogliati nel campo rom che i cittadini hanno in più occasioni evidenziato di non gradire. "La sicurezza è legata alla sanità, perché senza sicurezza non c'è salute e benessere delle persone, delle famiglie e della collettività", ha aggiunto Maria Cristina Cantù, che ha sottolineato come esista "disagio fisico e mentale legato al degrado e all'illegalità diffusa" nei cittadini del quartiere.

Il tema della sicurezza è uno dei perni della campagna elettorale della Lega a livello nazionale, con l'obiettivo di creare "città vivibili e sicure con misure stringenti di vigilanza attiva e per un efficace contrasto all'immigrazione illegale".

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