«Abbiamo sempre scelto i manager più preparati anche senza il quizzone»

L'ex presidente lombardo parla delle nomine 2010 «Le quote politiche? Già allora smentii Bresciani»

Cinque anni fa a quest'ora il telefono di Roberto Formigoni, allora presidente della Regione Lombardia, era di fuoco. Erano i giorni delle nomine dei 45 manager della sanità e il suo assessore Luciano Bresciani, leghista e medico personale di Umberto Bossi, se ne era appena uscito con una dichiarazione bomba: «Le nomine sono spartite in base alle quote politiche». Per tutti era stata la scoperta dell'acqua calda, ma Bresciani per primo lo disse ad alta voce. Senatore Formigoni, la schiettezza di Bresciani spiazzò tutti alla vigilia delle nomine della sanità.«E tutt'ora, dopo cinque anni, lo smentisco ancora, come feci allora. Ho sempre sostenuto che le nomine non si possono fare per sorteggio. Sta alla politica scegliere il meglio».Senza appartenenze politiche?«Mi dica chi è così stupido da piazzare un amico incapace alla guida di un ospedale per vedere che poi lo manda in malora».Quindi cosa pensa del quizzone introdotto da Maroni per selezionare i manager? «Guardo con interesse e curiosità a queste nomine, vediamo a che risultati porta il test. Ho visto che ci sono delle buone figure, provenienti anche da fuori Lombardia, che hanno partecipato».Pensa che Maroni abbia in mano tutti gli elementi per decidere?«La scelta non spetta solo al presidente Maroni ma alla giunta. Ci deve essere corresponsabilità nelle designazioni». Secondo lei si poteva fare a meno del «quizzone» democratico per scegliere buoni manager?«Dico solo che la sanità in Lombardia è sempre stata un'eccellenza e questo non lo può negare nessuno. Salvo qualche eccezione, il sistema ha funzionato perché è stato diretto da persone competenti. E in questo un po' di merito l'avrò pure, essendo stato alla guida della Lombardia da 1995 al 2013».C'è chi pensa che in passato non ci sia stato spazio per altri partiti se non quelli strettamente della maggioranza.

«Smentisco anche chi sostiene questo. Abbiamo sempre preso in considerazione anche rappresentanti suggeriti da aree di centro e opposizioni». In base a che criterio?«Non si usava ancora il termine short list ma si usava la meritocrazia». MaS

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