Cronaca locale

"A scuola non come in spiaggia" I presidi milanesi stilano le regole d'abbigliamento

Nelle scuole di Milano, i presidi diramano nuovi regolamenti per un abbigliamento decoroso, che vietano gonne corte, infradito e magliette scollate

"A scuola non come in spiaggia" I presidi milanesi stilano le regole d'abbigliamento

A Milano, in diversi istituti scolastici, i presidi diramano circolari che contengono regole di abbigliamento severe, per rispettare un "dress code decoroso e adeguato".

Capita spesso, infatti, che non appena l'estate inizia a farsi sentire, dietro ai banchi di scuola spuntino minigonne, calzoncini corti ad altezza inguinale, bermuda e magliette che lasciano scoperto l'ombelico. Un'abbigliamento che, numerosi dirigenti scolastici milanesi non ritengono adatto a una scuola, tanto che Lorenzo Alviggi, dirigente del liceo Gentileschi, si chiede"perché i genitori non intervengano, quando vedono i figli uscire così di casa". Intransigente verso l'abbigliamento dei propri alunni è anche Rita Donadei, del Feltrinelli, che ha dichiarato al Corriere della Sera: "La scuola non è una spiaggia". Banditi, quindi, infradito e sandali a ciabatta. Stesse regole anche al Donatelli Pascal, dove chi arriva con gonne e pantaloncini troppo corti o con magliette troppo scollate viene rimandato a casa a cambiarsi.

Per rendere più immediata la comprensione del dress code da seguire, alla scuola germanica di via Legnano la preside ha diffuso un volantino col disegno di una ragazza, dove sono indicati la lunghezza minima di gonne e pantaloni e altri particolari. Le norme di vestiario sono state definite da un gruppo di lavoro, formato da studenti, genitori e insegnanti.

Non c'è traccia del pugno di ferro, invece, al Carducci e al Volta, dove sono concessi pantaloni corti e più libertà nella scelta del look, perché "regole così minuziose denotano possibili lacune educative", che non sono tipiche al Volta, a detta del suo dirigente scolastico.

Nettamente contro l'idea di imporre un modo di vestire è Massimo Barrella, alla guida dell’istituto Cadorna e della media Ricci. Il preside sostiene infatti, che"bisognerebbe piuttosto incoraggiare i ragazzi a non essere brutte copie di alcuni rapper che si vestono di marchi di lusso dalla punta dell’alluce al ciuffo nei capelli, tutti uguali. Che ogni studente tiri fuori un po’ di personalità".

Restrizioni nell'abbigliamento o no, è indubbio che la moda dei ragazzi oggi non sempre rispetti il decoro, adeguato ad una scuola. Ma è anche vero che spesso i primi a non dare il buon esempio sono insegnanti e genitori. Esplicita, in questo senso, è la risposta della preside del Lagrange, Neva Cellerino, che alla richiesta dei professori di applicare sanzioni per vestiario non consono ha risposto: "Non mi sono mai permessa di fare commenti sullo stile dei docenti, ma se avessi pubblicato un regolamento, anche loro avrebbero dovuto adeguarsi".

Guarda caso, appena espressa tale idea, la richiesta è rientrata.

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