«Pisapia deve andare e parlare chiaro. Come ha fatto con il Papa a Milano». Ecco qual è il punto, secondo il segretario dell'Associazione Amici di Israele, Davide Romano: «Se non si presenta, il sindaco dimostra che qualcosa non va. Perché usare con i musulmani un atteggiamento diverso dalle altre religioni?». Il sospetto, insomma, è che Pisapia abbia rigettato il pressante invito della comunità islamica perché non si sente libero di adottare la stessa linea di franchezza e «orgoglio laico» tenuta coi cattolici (con risultati modesti, a dire il vero).
Quindi, Romano, lei è d'accordo con i centri islamici?
«Sì, Pisapia deve essere coerente e incontrare i nostri cugini musulmani. Per loro è importante e mi pare doveroso trattarli come gli altri. E questo vuol dire parlar chiaro anche con loro, e mettere i puntini sulle ì».
Per dire cosa?
«Beh, insomma, i diritti civili devono essere rivendicati con tutti. Non credo che ci possano essere zone d'ombra o di silenzio. Insisto sul dialogo. Meglio un dialogo franco che un silenzio assordante».
E un silenzio imbarazzato sarebbe la conferma di un'immaturità del mondo islamico che invece vuole pari dignità...
«Certo, oltretutto la comunità islamica è molto vasta e variegata. Andare e dire certe cose sarebbe un segnale che rafforzerebbe gli esponenti più aperti e meno conservatori di quel mondo».
Stiamo parlando dei diritti delle donne e dei rischi di integralismo?
«Anche. Per esempio so che l'imam all'Arena sarà un importante esponente del partito di governo in Tunisia, dove in questi giorni si preparano misure discriminatorie per le donne».
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