ACCORDI SALTATI Il Comune ammette il rischio di serrata: «Avremo delle difficoltà»

Milano a due velocità. Da un lato fa la conta dei turisti e si rende conto che gli stranieri continuano a fare il pieno tra Cenacolo, vie dello shopping e locali della movida. Un successo a due anni da Expo. Ma dall'altro lato deve ammettere senza attenuanti un'amara realtà: i negozi sono chiusi, la settimana di Ferragosto è ancora quella della serrata totale, è ancora quella in cui trovare pane fresco e due prodotti in croce che non siano quelli confezionati è un'impresa impossibile. I milanesi che rimangono in città - e non sono pochi - sopravvivono grazie a supermercati e centri commerciali.
Ma è difficile che trovino più di tre saracinesche alzate nel proprio quartiere. I panificatori si sono organizzati con una serie di turni di apertura cercando di non lasciare totalmente a secco i milanesi nelle varie zone ma evidentemente non basta.
«Riusciremo a fatica a rispettare l'obiettivo dell'accordo» riconosce la sconfitta l'assessore comunale al Commercio Franco D'Alfonso. In agosto infatti era stata data la garanzia del «30% (almeno) di esercizi aperti zona per zona ma - ammette l'assessore - questa settimana avremo molta più difficoltà. C'è una mancanza di capacità di cogliere le novità da parte della categoria del piccolo commercio che tende a non fidarsi delle previsioni». I commercianti, dal canto loro, spiegano le loro ragioni. Uno: al personale bisogna concedere i giorni di ferie e il momento migliore per farlo è proprio il cuore di agosto. Due: tenere il negozio aperto non conviene, gli affari girano poco ed è un sacrificio inutile soprattutto per le attività a conduzione familiare.
In Comune ci si interroga sulle ragioni del flop delle aperture di agosto. Qualcosa, nel rapporto con i commercianti non gira. «Basti pensare - interviene Luca Lepore, consigliere comunale della Lega - agli oltre 4 milioni di euro stanziati, grazie ad un emendamento del Carroccio, per aiutare il piccolo commercio in difficoltà. Giacciono ancora nel cassetto. Non solo. Basta riflettere sulla nuova imposta di soggiorno introdotta dalla giunta melograno oppure alle mostre di Palazzo Reale che attirano i turisti (ad esempio Dario Fo, il record in negativo degli ultimi anni) oppure al rilancio del turismo low cost realizzando nuovi ostelli. E mentre l'assessore al Commercio si interroga qualcuno nella sua giunta si appresta a celebrare il Ramadan dimenticandosi, durante l'estate come nel resto dell'anno, che Milano ha anche i milanesi».

Insomma, il Carroccio fa notare che il problema della giunta arancione non si limita solo al rapporto con i commercianti ma si estende anche ad altri ambiti. In sostanza si accusa Palazzo Marino di dimenticare i milanesi.

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