Sembra passato un secolo e non 5 mesi dalla nomina di Francesca Balzani come vicesindaco. Era solo assessore al Bilancio e Giuliano Pisapia le assegnò anche la delega di Ada Lucia De Cesaris, uscita in polemica dalla giunta («accompagnata all'uscita» ha precisato di recente). Grandi complimenti dalla giunta al consiglio per la Balzani, «carattere mite», persona «capace di stemperare le tensioni». Mercoledì scorso Giuliano Pisapia l'ha presentata al premier Renzi a Roma come la delfina. E ha scombinato i piani di chi si era già posizionato pro Giuseppe Sala (la maggior parte) o al fianco dell'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino, in campo da luglio. Il sindaco ha calato la carta Balzani per difendere il «modello arancione» messo in discussione dalle prime dichiarazioni elettorali del manager Expo. Ma la reazione della giunta è stata di fastidio e irritazione, e forse dovrebbe interrogarsi se la rottamazione del suo modello parte da chi l'ha interpretato più da vicino, la sua squadra. Ad oggi nessuno è pronto a schierarsi apertamente per il vicesindaco. E rischia di essere una campagna surreale, con la giunta che predica la buona gestione dei 5 anni di mandato ma che invita gli elettori a votare per chi - mister Expo - ha già chiarito: «Io non sono Pisapia». Tant'è, l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno sostiene quantomeno il collega del Pd Majorino. Carmela Rozza (Lavori pubblici), Pierfrancesco Maran (Traporti) e Marco Granelli (Sicurezza) sono proiettati sul manager. Le fedelissime del sindaco? Chiara Bisconti, esponente della società civile, in un'intervista ieri a Repubblica ha espresso disappunto per la missione a Roma di Pisapia e Balzani e ha ammesso che «personalmente» si sente più in sintonia con Sala. Mentre Sel non ha sciolto il veto sul manager alle primarie (potrebbe sfilarsi quando il commissario ufficializzerà la candidatura), l'assessore del partito Crstina Tajani aveva invece dichiarato che lei non esiste una pregiudiziale su Sala, ha diritto di correre e se vince va sostenuto. Nessuna parola di sostegno (ad oggi) per la Balzani. Era di Sel e si è avvicinata più al movimento arancione - l'ala più irritata con il sindaco per aver presentato come unitaria una candidatura che non era stata affatto condivisa - è Daniela Benelli. Neanche lei pone veti su Sala, si augura che Sel «partecipi alle primarie e sostenga chi vince» e avverte semmai sindaco, sinistra e Balzani: «Si deve avviare una competizione vera e leale sui progetti, senza appiccicare le etichette di manager, divisivo o meno divisivo, renziano o anti-renziano». Due giorni fa la vice ha dichiarato: «Troppi manager,, non è la partita per un cda ma per governare Milano».
E l'«ideologo arancione» Franco D'Alfonso? Pare stia organizzando a gennaio un'uscita pubblica con Sala. Per disinnescare la Balzani peraltro, una parte della giunta oggi preferirebbe che come candidato della «continuità» restasse in campo Majorino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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