Cambia musica in Galleria, almeno ai piani alti. E così sarà anche negli altri edifici di proprietà di Palazzo Marino. Lassessore a Casa e Demanio Lucia Castellano annuncia il pugno duro contro «le sacche di illegalità e di privilegi che esistono attorno ai beni di proprietà comunale». Diverse le problematiche: si va dalla morosità, ai casi di appartamenti super centrali affittati a prezzi ridicoli - fenomeno che affligge i piani alti della Galleria ma anche altri proprietà sparse per il centro - a inquilini che abitano in appartamenti cui non hanno diritto.
Andiamo con ordine: gli appartamenti ai pini alti della Galleria - riferisce il Comune - sono ancora affittati a canoni assolutamente fuori mercato, che si aggirano sui 46 euro a metro quadro in media contro un canone medio nel Quadrilatero, che si aggira sui 1.070 euro al mq annui, 89 al mese. Non solo, molti inquilini abitano in queste case non avendone diritto: si tratta magari di figli o nipoti, parenti dei titolari defunti che hanno conservato il privilegio. Lassessore Castellano ha però intenzione di mettere fine a questi privilegi e di valorizzare la Galleria portando gli affitti a 400 euro al metro. Entrerebbero così nelle casse di Palazzo Marino oltre un milione di euro contro gli attuali 127mila euro. Lassessore ha citato unaltra ventina di casi simili: appartamenti di proprietà demaniale ma non Erp, quindi non destinati a edilizia residenziale, affittati a prezzi ridicoli pur essendo in pieno centro, ovvero via Palestro, Castello e Colonne di san Lorenzo.
Così, proprio ieri anche il Pio Albergo Trivulzio, travolto dal ciclone Affittopoli e unico caso in cui saltò il consiglio di amministrazione, ha approvato il piano di valorizzazione del patrimonio immobiliare. Una rivoluzione della politica degli affitti finora adottata: da oggi tutti i contratti di affitto che verranno rinnovati o stipulati ex novo saranno a prezzi di mercato. La chiave di volta? «Alleviare la grave crisi finanziaria dellente».
La logica che si seguirà - precisano dalla Baggina - è «improntata a criteri di equità e solidarietà». Niente favoritismi o eccezioni, se non motivate da situazioni reali e documentate di disagio. Il Cda ha infatti stabilito che «dora in poi tutti i contratti di locazione, sia quelli scaduti che i nuovi, vengano effettuati soltanto alle condizioni del canale cosiddetto libero. Tuttavia, al fine di favorire gli inquilini meno abbienti, è stata introdotta una clausola sociale che consente agli interessati di ottenere una riduzione del canone sulla base di criteri reddituali e di numerosità dei componenti del nucleo familiare». I contratti che verranno rinnovati alle nuove condizioni sono finora circa 550, dei quali quasi 500 attualmente a canone agevolato.
Sul versante opposto, quello del caro affitti o comunque di canoni troppo alti che impediscono a librerie e mercatini dei libri di sopravvivere, la giunta di Palazzo Marino ha approvato una delibera di indirizzo a sostegno appunto delle librerie e delle rivendite di libri. Il primo passo è rappresentato dall«inserimento delle librerie tra le categorie commerciali insediabili in locali di proprietà pubblica».
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