(...) Durante unintervista televisiva, Albertini ha espresso più di una perplessità sul provvedimento che, salvo sorprese, entrerà in vigore il prossimo autunno. E questo nonostante proprio la sua giunta avesse ipotizzato di introdurre la «congestion charge».
La differenza fra i due provvedimenti è però sostanziale. Con la congestion charge, infatti, «paga chi ingombra il suolo del centro di Milano con la propria auto, ma quel provvedimento - ha spiegato lex primo cittadino - è stato stravolto». Ora si parla di pollution charge «con un paradosso, che cioè un veicolo moderno, magari un Suv, non pagherebbe nulla, ma contribuirebbe alla congestione urbana molto di più di unaltro di minore dimensione anche se più inquinante». Albertini è critico anche sullarea scelta per sperimentare il provvedimento: «Come si può pensare che un veicolo inquinante, come un euro zero, inquini solo quando passa la cerchia dei Bastioni? Se il ticket è sullinquinamento e non sullingombro del suolo pubblico, allora le auto inquinanti dovrebbero pagare in tutta la Pianura padana».
Secondo Albertini, poi, «cè un altro aspetto che rende dubbia la legittimità del Comune a intervenire», perché, da solo, Palazzo Marino «non può decidere senza laccordo della Regione e dei Comuni limitrofi». Il ticket, dunque, «così comè è soggetto a una notevole contestazione in sede giuridica. Con la congestion charge - conclude Albertini - i milanesi sarebbero stati esentati dal pagamento di qualunque ticket».
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