Chiara Campo
Stefano Parisi mantiene un profilo british («è super candidabile, io gli do fiducia»). Lo sfidante dei radicali Marco Cappato invece ha inviato ieri un esposto a Procura, Anac e Garante della concorrenza e del mercato per contestare le irregolarità commesse da Beppe Sala sulle (presunte) dimissioni da commissario Expo e «falsa dichiarazione» presentata a Cassa Depositi e prestiti per entrare nel cda. Aspetterà il risultato e impugnerà il voto con un ricorso davanti al Tar, se il candidato sarà eletto Pd. Il 5 Stelle Gianluca Corrado invece ieri ha presentato richiesta di accesso agli atti e depositerà già oggi un ricorso urgente al Tar sulle due questioni e «dovrà pronunciarsi entro tre giorni lavorativi, quindi entro mercoledì. Se le irregolarità saranno confermate, non potrà che prendere atto della sua incandidabilità e ineleggibilità». Il candidato del centrodestra continua a «fare una campagna sui contenuti e sui programmi, su Sala valuteranno le sedi giurisdizionali opportune». Gabriele Albertini, che guida la sua lista civica «Io corro per Milano» e ieri lo ha accompagnato in un giro elettorale a Quarto Oggiaro, è stato meno generoso con il manager Expo.
«Sono tutte irregolarità formali - ha premesso l'ex sindaco - ma il diavolo sta nei dettagli, e a volte i dettagli sono più importanti della sostanza. Sono situazioni non del tutto chiare, non nitide, perlomeno non appropriate sotto il profilo della correttezza formale. Su questo credo che non ci sia discussione». Riprende le svariate ombre giustificate nelle ultime settimane da Sala come amnesie (anche ieri a RaiNews24 ha sostenuto che «uno che lavora molto può avere delle dimenticanze», in bocca al lupo ai milanesi se sarà eletto sindaco). «Quando si sottoscrivono dichiarazioni sul proprio onore non ci si puó dimenticare - sostiene Albertini - di dichiarare una casa in Svizzera, o che si ha una partecipazione consistente in un'azienda che ha sede all'estero. Che poi si tratti di infrazioni lievi piuttosto che gravi importa poco, però se in un colloquio di assunzione il candidato si presenta spettinato, vestito male e in ritardo, non ci si aspetta che possa fare un buon lavoro».
Non può essere accusato di bordate elettorali Basilio Rizzo, che ha contestato diversi atti del commissario Expo pur essendo il presidente del Consiglio comunale, in maggioranza, ben prima quindi di candidarsi sindaco con Milano in Comune. E ieri anche lui ha rimarcato che «il rispetto delle regole vale per tutti». Da sinistra, pone quesiti chiari a Sala e al governo: «Palazzo Chigi può parlare attraverso comunicati stampa, produca l'atto confermativo delle dimissioni.
Sala ha firmato atti ufficiali senza titolo? Quando è entrato in Cdp ha firmato il vero o ha taciuto uno status che andava dichiarato? Se queste condizioni non ci sono, non potrà partecipare alle elezioni, non esistono intoccabili o soluzioni politiche».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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