Aler e gli occupanti abusivi «Sette su dieci gli stranieri»

I nuovi dati dell'Azienda sugli inquilini senza titolo Ma sulle ultime norme regionali i sindacati attaccano

Alberto Giannoni

Nel 2017, sette occupanti abusivi su dieci sono stranieri. Dati ufficiali Aler, che smentiscono il refrain degli ultimi anni, che tendeva a circoscrivere l'impatto dell'immigrazione nei fenomeni di indebita occupazione degli alloggi residenziali pubblici. «Sono soprattutto italiani» dice(va) la sinistra minimizzando. «Ma il racket è in mano a bande di nazionalità diverse dall'italiana» ribattevano dal fronte opposto. Ora il quadro sembra cambiato. «Le nuove occupazioni sono quasi tutte straniere - ha detto il presidente di Aler Angelo Sala - E infatti la richiesta di alloggio di stranieri è in calo perché tanto occupano».

Oggi Aler certifica con un dato netto, e alto, questo fenomeno. Quest'anno - spiegano dall'azienda - da gennaio a maggio il 69% dei nuovi occupanti risulta avere nazionalità straniera. La verifica sulle nazionalità diverse dall'italiana ha fornito questo esito: 19,6% egiziani, 18,5% marocchini, 13,7% rumeni. Aler si sta impegnando con tutte le sue forze per recuperare gli alloggi occupati abusivamente.

Intanto si discute delle nuove norme regionale che regolano l'accesso alla casa di edilizia residenziale pubblica. I sindacati degli inquilini si scagliano contro il regolamento regionale, che - sostengono - «fa sparire il concetto di casa popolare» e penalizza le famiglie con difficoltà alloggiativa. Cgil,Cisl, Uil e le sigle degli inquilini contestano il regolamento regionale per l'accesso agli alloggi pubblici approvato il 21 giugno in attuazione della legge 16 del 2016 che introduce una nuova disciplina sui servizi abitativi «sovvertendo il sistema dell'Erp» secondo Leo Spinelli del Sicet Lombardia. I una conferenza stampa nella sede della Cisl regionale, i sindacati hanno avanzato le loro critiche: il regolamento «prevede - ha spiegato Spinelli - la possibilità di presentare la domanda solo se si rientra all'interno di alcune categorie prestabilite (anziani, famiglie monoparentali, disabili, famiglie di nuova formazione, forze di polizia) e lascia la possibilità ai comuni di individuare altre categorie di rilevanza sociale, ma solo per il 5%. Questo significa che chi non rientra tra queste categorie non può presentare la domanda».

«C'è inoltre - ha aggiunto Spinelli - una riserva del 10% delle assegnazioni per le forze di polizia, ma non ci sono limiti ai requisiti di accesso, come succede per le altre categorie, percui se uno appartiene alle forze di polizia accede alla casa anche con un reddito elevato».

Replica il capogruppo regionale di Fdi Riccardo De Corato: «La realtà è che il regolamento aiuta i poveri italiani e penalizza gli altri. Evidentemente a loro questo non va bene, interessa solo aiutare gli immigrati, che invece con il regolamento regionale vengono dopo i lombardi. Ed è una grande traguardo.

Sfogliando il bando di concorso per l'assegnazione degli appartamenti Erp, si legge che i primi cinque in lista sono stranieri, così come 7 nei primi 10 e 58 nei primi 100. Africani, arabi, sudamericani, asiatici, da tutto il mondo invadono gli alloggi e relegano i nostri concittadini al fondo della lista e a qualche raro caso qua e là».

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