La riforma dell'Aler è legge regionale. Votata all'unanimità, con la sola opposizione del Movimento 5Stelle. L'azienda lombarda per l'edilizia residenziale cambia volto e cerca di mettersi in riga per contenere le perdite e gli sprechi, arrivati a quote impressionanti. Il risparmio previsto è pari a 2,5 milioni di euro. E anche se solamente per l'Aler di Milano si parla di un buco da 120 milioni di euro, la ristrutturazione della governance è un passo importante anche in direzione di un risanamento più completo e duraturo.
«Tagliate 160 poltrone» sintetizza il presidente della Regione, Roberto Maroni. Dalle tredici Aler oggi esistenti si passa a cinque: Milano; Lodi e Pavia; Brescia, Cremona e Mantova; Bergamo, Lecco e Sondrio; Varese, Busto Arsizio, Como, Monza-Brianza. Gli accorpamenti avverranno mediante fusione per incorporazione entro un anno: sarà l'Aler che possiede il maggior numero di alloggi a incorporare le altre. Saranno nominati un presidente e un direttore generale (fino a 2 per l'Aler di Milano), un collegio di sindaci di 3 membri (2 designati dalla maggioranza e uno dalla minoranza) per ciascuna Aler e un Consiglio territoriale (con potere consultivo, senza retribuzione per i componenti). Presso ogni Aler verranno istituiti gli Osservatori per la legalità e la trasparenza (la partecipazione sarà a titolo gratuito).
L'assessore regionale a Casa e Housing sociale, Paola Bulbarelli, sottolinea la nuova filosofia degli incarichi: «I presidenti e i direttori dovranno rispettare obiettivi chiari e precisi, in particolare per quanto riguarda la gestione economico-finanziaria. Se non lo faranno, potranno essere rimossi». Bulbarelli ricorda anche i dati della morosità, che in pochi anni è passata dal 7/8 per cento all'attuale 30/33: «Le Aler si sostengono attraverso gli affitti: se gli affitti non vengono pagati, le Aler sprofondano nel baratro e il sistema non regge».
Tutti, a partire dall'assessore Bulbarelli, concordano che si tratta solo di «un primo passo». Claudio Pedrazzini, di Forza Italia, parla di «una radicale riforma della casa che intendiamo concretizzare nei prossimi mesi». E il consigliere Fabio Altitonante, componente della commissione Territorio, aggiunge: «A Milano, negli ultimi anni, sono state costruite solo 70 nuove abitazioni popolari, abbiamo 53 mila persone in graduatoria che con le risorse attuali, non vedranno un'abitazione nemmeno nel 2050». Intanto Giulio Gallera ribadisce il no del gruppo azzurro a un'eventuale sanatoria delle occupazioni abusive: «Sarebbe una cosa inaccettabile. Noi siamo prima di tutto per il rispetto della legge, non si può sdoganare l'uso della forza non rispettando così chi ha presentato una regolare richiesta d'alloggio».
Luca Del Gobbo, consigliere regionale del NuovoCentrodestra e vice presidente della Commissione Territorio, ricorda che il tema non tocca solo i poveri: «Non ci sono solo i cittadini più deboli, c'è anche un ex ceto medio che, complice la crisi, non trova più risposte esaurienti nel libero mercato. Occorre verificare nuove strade, a partire dall'housing sociale».
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