Dopo l'ultima ondata di arrivi, oltre 200 profughi africani giunti ieri, il prefetto Francesco Paolo Tronca lancia l'allarme: la città è al collasso. Ovviamente lo fa in stile «prefettizio» ossia: «Non posso nascondere che non riusciamo a individuare con facilità ulteriori luoghi di accoglienza...ma nel caso di nuovi arrivi la Lombardia farà la sua parte fino in fondo». Dichiarazioni a cui ha fatto eco la collega di Brescia Livia Narcisa Brassesco che ha convocato i sindaci per trovare nuovi posti. Suscitando le reazione del segretario della Lega Matteo Salvini, dei compagni di partito Simona Bordonali e Fabio Rolfi, assessore e consigliere regionale: «Non c'è più posto nella nostra regione».
La Lombardia, subito dopo le coste meridionali, è una delle aree maggiormente coinvolte nell'accoglimento e nella gestione dei profughi, soprattutto siriani ed eritrei. Non si tratta di disperati, anzi molti hanno soldi per comprarsi un passaggio in treno o in aereo per la Germania, Gran Bretagna o Paesi Scandinavi. Solo che per prendere questi passaggi devono giocoforza fare tappa intermedia in città. Arrivano a centinaia, si concentrano in Centrale e non potendo trovare tutti posto subito sui convogli o sui voli, iniziano a bivaccare in condizioni disumane. Ed ecco Comune, Croce rossa e associazioni del volontariato costretti a inseguire l'emergenza, per non lasciarli in completo abbandono senza un letto, acqua, cibo, servizi igienici e in balia di ladri e rapinatori. Negli ultimi dieci mesi sono passati 30mila profughi, 25mila queli accolti, 19mila siriani e 6mila eritrei. Il mese scorso una media di 1.300 persone hanno trovato ospitalità nei diversi centri d'accoglienza, con il picco di 1.600 il 10 agosto. Attorno a Ferragosto il flusso ha subito un rallentamento, complice i treni pieni di vacanzieri che hanno impedito ai profughi di raggiungere Milano. Ora le ferie sono terminate e gli arrivi sono già ripresi. Da giorni si attendono centinaia di siriani, bloccati a Lampedusa, mentre un convoglio di una decina di pullman della Croce rosa ha portato altri rifugiati dall'Africa subsahariana, circa 300, al centro di smistamento di Bresso e da qui inviati in vari comuni della Lombardia. Proprio nella prospettiva di una nuova prossima emergenza, il prefetto Tronca ha lanciato ieri l'allarme anche se nelle forme paludate che il suo ruolo impone: «Finora la Lombardia ha gestito l'emergenza con difficoltà ma non posso nascondere che non riusciamo a individuare con facilità ulteriori luoghi di accoglienza, ma se dovessero arrivare altri profughi, come penso arriveranno, sono certo che la Lombardia farà la sua parte fino in fondo, dando a queste persone quella dignità di uomini che a loro spetta». Livia Narcisa Brassesco, prefetto di Brescia, ha subito accolto l'invito, chiamando a raccolta i sindaci della provincia per trovare nuove sistemazioni.
Dura la replica del segretario della Lega Salvini che replica a Tronca con un telegrafico: «Parla per te e apri le porte di casa tua!».
Subito seguito dall'assessore regionale Simona Bordonali: «La Lombardia ha già fatto la sua parte». Rolfi: «Non c'è più posto per altri immigrati a Brescia e i sindaci lo sanno bene, a differenza di chi vive chiuso in lussuosi uffici dorati».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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