Quello che chiedono parte da una consapevolezza: i bambini con allergia grave rischiano tutti i giorni di mangiare la mela avvelenata. Ovvero, rischiano la vita a scuola. È questa la frase che i genitori dell'associazione «Bam! Bimbi allergici a Milano» hanno messo in cima all'invito per la protesta che oggi li vedrà tutti schierati davanti alla Asl di via Statuto. A chi entra distribuiranno una mela. Non sarà avvelenata ma almeno servirà a rendere visibile un problema del quale - dicono - nessuno sembra davvero occuparsene. La decisione è scattata dopo l'ultimo gravissimo episodio di qualche giorno fa. Una bambina di 6 anni che per la seconda volta in tre mesi ha rischiato lo shock anafilattico per avere mangiato qualcosa che non sarebbe mai dovuto arrivare nel suo piatto nella mensa a scuola. A lei, allergica ai latticini, la prima volta era arrivato il budino al latte: grandissimo spavento e tre giorni di ospedale. L'altro giorno qualcosa non ha funzionato nel meccanismo di comunicazione tra scuola, Milano Ristorazione e ritorno. E la sua dieta speciale non è arrivata con le inevitabili, gravi conseguenze. «Errori diversi, stessa leggerezza», aveva denunciato la mamma. «Negli ultimi mesi gli errori di somministrazione nelle scuole cittadine sono stati cinque. Uno a novembre, due a dicembre uno a febbraio e l'ultimo a marzo», spiega Paolo Scomazzon, presidente dell'associazione Bam! E ogni volta la gestione dell'emergenza è pressoché casuale. Per questo chiedono alla Asl «di garantire la sicurezza dei bambini». Come? Ad esempio «facendosi carico di predisporre presidi infermieristici almeno nelle scuole in cui è segnalata la presenza di alunni con allergie gravi». «A Roma - spiega Rossella Procaccini, vicepresidente di Bam - 11 scuole hanno un infermiere fisso. A Milano neppure una. In Liguria è stato fatto un protocollo comunale di gestione dell'emergenza, in Toscana regionale. A Milano non è stato fatto niente in questo senso». Il rischio non è da poco. I bambini che hanno un allergia grave portano sempre con sé un farmaco salvavita, l'adrenalina. Ma in caso di necessità ci deve essere chi sa intervenire in modo adeguato, senza farsi prendere dal panico e senza neppure attendere l'arrivo del 118. «Mancano informazione e formazione», invece protestano i genitori Bam! «Mancano figure che siano professionalmente preparate e obbligate a intervenire in modo corretto quando è necessario». Secondo i dati che risultano alla Milano Ristorazione i bambini con allergia grave nelle scuole di Milano sono 290. «Vorremmo ricordare - spiegano provocatori - che la tragedia non aspetta i tempi di chi è chiamato a garantire la sicurezza ai bambini». Chiedono che Milano Ristorazione verifichi nuovamente tutto il processo di preparazione e somministrazione dei pasti per individuare i punti carenti.
Eppoi che tutti gli attori interessati con le loro diverse responsabilità stabiliscano un protocollo di intervento chiaro e efficace. «Come succede per i piani anti-incendio - spiega Scomazzon - in caso di emergenza prima di chiamare il 118 perché spesso in questi casi può non esserci il tempo deve essere stabilito chi fa che cosa. Sembrano banalità e invece possono salvare una vita».
Intanto protestano anche i firmatari della petizione che ha raccolto on line 4.000 adesioni contro Milano Ristorazione per chiedere al sindaco «azioni rapide e concrete per dare ai bambini un pasto di qualità e rispettoso della legge». Invece dopo 15 giorni «a fronte di documentate contestazioni, di bambini finiti in ospedale e pasti scadenti nulla è cambiato».
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