Altra asta per Porta Vittoria L'area fantasma è «in saldo»

Dopo la seduta disertata i curatori ci provano ancora: prezzo base sceso a 120 milioni. Bizzi si chiama fuori

Luca Fazzo

Nella città del mattone rampante e dei grattacieli che spuntano come funghi, la più grande e più centrale delle operazioni immobiliari in corso continua a essere ferma e senza padrone: e la vasta cicatrice urbana che la ospita rischia di restare aperta chissà ancora per quanto. È la storia dell'area di porta Vittoria, l'operazione voluta dal romano Danilo Coppola, e travolta dalla bancarotta del suo ideatore. Lo scorso dicembre l'asta organizzata dai curatori fallimentari per trovare un acquirente si concluse nel mondo più triste: nessuna offerta. Ora i curatori ci riprovano, abbassando robustamente il prezzo, e sperando che qualcuno si faccia vivo. Ma non è detto che le cose vadano meglio.

Il nuovo avviso d'asta è stato pubblicato ieri sul sito del tribunale di Milano, per decisione del giudice delegato Amina Simonetti e dei tre curatori fallimentari chiamati a gestire il fardello del crac di Coppola. A dicembre, il lotto era stato messo in vendita al prezzo base di 152 milioni di euro: e sembrava già allora un prezzo conveniente, visto che il lotto comprende il grande albergo affacciato su via Cena, cui per entrare in funzione mancano solo gli allacci delle forniture, e centocinquanta appartamenti signorili, anch'essi praticamente terminati. Fino all'ultimo momento, i curatori avevano sperato che si manifestasse un acquirente. Qualche approccio preliminare c'era stato: tra questi il più concreto era parso quello di Davide Bizzi, il costruttore che con la sua «Milano Sesto» sta realizzando la gigantesca operazione residenziale sull'area Falck di Sesto San Giovanni. Ma alla fine nè Bizzi né altri formalizzarono proposte concrete.

La notizia aveva gettato nello sconforto gli abitanti della zona, chiamati a convivere con una area, la grande sterpaglia che arriva fino a viale Molise, sempre più abbandonata e degradata. Ora i curatori ci riprovano, e a prezzi quasi da saldo: per portarsi a casa l'intero compendio bastano 120 milioni, oltre il venti per cento di sconto sulla richiesta di tre mesi fa. Basterà il supersconto a risvegliare qualche interesse?

A domanda, Davide Bizzi risponde di essere per ora fuori dalla partita, Porta Vittoria non rientra più nei suoi piani. E finora non si vedono all'orizzonte altri candidati. Il rischio che anche il nuovo termine per presentare le offerte, fissato al prossimo 3 maggio, scorra senza che nessuno si faccia vivo è tutt'altro che ipotetico.

Le spiegazioni per tanta diffidenza sono molteplici. Certamente pesa in alcuni la preoccupazione che le vicissitudini giudiziarie di Coppola (recentemente condannato a 7 sette anni per bancarotta) si ripercuotano sull'operazione e la paralizzino.

Ma anche le pretese del Comune, che chiede agli eventuali acquirenti di bonificare l'intera area e di costruire un centro sportivo, non stimolano a farsi avanti. Così tutto resta lì: albergo, appartamenti, sterpaglie e progetti.

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