Una rogna colossale, ma anche un grosso business: gestire la sicurezza di quell’area sterminata che è la vecchia Falck di Sesto San Giovanni, adesso che è una distesa di capannoni e sterpaglie ma soprattutto quando un cantiere senza precedenti la trasformerà nel più grosso insediamento residenziale e terziario che la riconversione post industriale vedrà nell’area metropolitana milanese. Da quando i progetti di recupero hanno iniziato a prendere forma, nel mondo della sicurezza ci si interrogava su chi avrebbe preso in mano le chiavi di questo affare. Adesso la decisione è presa. Davide Bizzi, il businessman che ha rilevato l’area e guida la cordata cosmopolita che ne gestisce il futuro, ha fatto la sua scelta. Il partner di Bizzi si chiama Carlo Mastrangelo, quarant’anni. Ovvero il figlio di Tullio Mastrangelo (nella foto), comandante della Polizia municipale di Milano.
I rapporti di Bizzi con Mastrangelo senior datano da molti anni, quando l’attuale capo dei ghisa era un imprenditore del ramo security e Bizzi muoveva i suoi primi passi nel mondo del mattone. Da quando ha scelto la carriera di funzionario pubblico, Tullio Mastrangelo - nominato alla testa dei vigili milanesi da Letizia Moratti e confermato da Giuliano Pisapia - ha lasciato ovviamente il ruolo da uomo d’affari. E la sua eredità è stata raccolta dal figlio Carlo, classe 1972, che sulle orme paterne ha accumulato un invidiabile curriculum (dove figurano tra l’altro operazioni in situazioni delicate, come «attività di intelligence e analisi dei rischi in Iran, Giordania, Malta e Marocco») e ha lavorato anche come consulente della Regione Lombardia.
Quando Bizzi ha preso in mano l’area Falck (passata dalla mani dei costruttori Pasini a quelle di Zunino, coinvolta nel crac di Risanamento e finita al centro delle inchieste della Procura di Monza sul «sistema Penati») si è reso conto in fretta che gestire un milione e mezzo di metri quadri sarebbe stato un problema anche di sicurezza: adesso, che l’area è un deserto abbandonato, ma soprattutto quando l’avvio dei lavori la renderà un porto di mare affollato di uomini e mezzi, e anche dopo, quando la piccola città che sorgerà al posto della storica acciaieria dovrà fare i conti con le esigenze di tutela di chi ci vivrà e lavorerà. E tra i candidati all’incarico era inevitabile che spuntasse il nome di Mastrangelo junior.
Quantificare l’importo dell’appalto avrebbe portato a cifre astronomiche. Anche per questo la scelta di Bizzi è stata diversa: la costituzione di una società a capitale misto, in cui il figlio di Mastrangelo è socio con una quota significativa e di cui è amministratore delegato. La società si chiama United Risk Management, ha la sede principale a Milano in piazzetta Duse, dove hanno casa anche le società capofila della cordata di Bizzi, e la sede operativa in via Falck a Sesto San Giovanni. Sarà questa società a gestire d’ora in avanti la sicurezza dell’area Falck, assorbendo la piccola azienda sestese che attualmente svolge lo stesso incarico, in modo da garantire il posto di lavoro alle guardie giurate che finora hanno vigilato in qualche modo sulla vecchia area.
Ma non sarà solo un problema di metronotte. I problemi veri inizieranno quando, e ormai non dovrebbe mancare molto, il via libera ai lavori trasformerà la vecchia Falck in un cantiere a perdita d’occhio, dove il primo problema da affrontare sarà la bonifica dei terreni nei quali per un secolo si sono accumulate le scorie dei lavori degli altiforni. L’incubo di Bizzi e dei suoi soci si chiama Santa Giulia, il cantiere al lato opposto della metropoli dove la bonifica si è trasformata in una farsa, con i camion che di notte andavano a sversare rifiuti tossici dove di giorno erano stati fatti gli sbancamenti, come ha accertato l’indagine tutt’ora in corso della Procura della Repubblica. Ma c’è un altro avversario ancora più inquietante che si chiama ’ndrangheta: la Falck sorge a ridosso di un territorio dove il movimento terra è da decenni uno tra gli affari preferiti della mafia calabrese, e dove le ruspe dei clan hanno spazzato via ogni concorrenza con le buone o (più spesso) con le cattive.
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