Da lepre a quasi cacciatore. Non bastassero le espressioni tra l'assonnato e lo sbigottito dei colonnelli di Pd e Sel sabato scorso all'apertura della campagna di Umberto Ambrosoli al Dal Verme e commenti al vetriolo dopo («se fa dormire noi, figurarsi gli elettori» il più ricorrente), a preoccupare il Pd ci sono anche i numeri. Quelli del sondaggio commissionato a Ipsos sulle intenzioni di voto alle Regionali e Politiche. Se un mese fa il candidato presidente del centrosinistra sembrava proiettato a una vittoria a mani basse, ora l'avvocato che Renato Mannheimer dà già indietro di 4 punti rispetto a Roberto Maroni con Lega-Pdl, secondo Ipsos «resiste» ma con un testa a testa risicatissimo. Il sondaggio, commissionato dal Pd, (su 2.400 lombardi intervistati tra 10 e 11 gennaio) dà Ambrosoli ancora davanti ma con lo 0,2% (il 39,8 contro 39,6) e Albertini fermo all'8,5%. Il Pd sarebbe al 24,7%, Sel al 3%, la Sinistra unita 1,1, Idv al 2,8 e la lista civica di Ambrosoli al 4,4. Sembra fin troppo ottimistico il 3,8% previsto per le altre liste (dai Pensionati ai moderati di Marcora). Secondo Ipsos, la Lega è al 19,5%, il Pdl all'11,2 (rispetto al 31,8% del 2010), la lista di Maroni presidente al 7,4% (quindi vale 3 punti in più dei movimento civico di Ambrosoli), le liste minori l'1,5%. Sulle intenzioni di voto alle Politiche il Pd numeri alla mano ammette lo svantaggio: in Lombardia ad oggi la coalizione di Berlusconi è avanti con il 34,7%, il centrosinistra con Bersani sotto di un punto (33,8%), il «centrino» di Monti è al 15,1%. Qui il Movimento 5 Stella è al 9,8%, la Rivoluzione civile di Ingroia al 4,2%. Ancora incerto il voto di un terzo degli elettori (30,1% alle regionali, 32,6 alle politiche). «Non abbiamo mai detto che sarebbe stata una passeggiata - frena il coordinatore regionale del Pd Maurizio Martina -, ma con Ambrosoli la partita è difficile ma apertissima, possiamo vincere e la sfida in Lombardia ha valore nazionale. Maroni? Se fosse così sicuro non inonderebbe la Lombardia di poster 6x3 in barba alla crisi, noi saremo sobri». Ma se l'equazione vale a sinistra, chissà perchè il faccione di Bersani occupa i tabelloni elettorali. A Milano capolista del Pd sarà il cattolico è Fabio Pizzul, per accontentare l'ala laica il partito candida il presidente di Arcigay Milano Marco Mori. In lista anche il presidente di Ledha Franco Bomprezzi.
Anche Sel ieri ha schierato le liste: a Milano «conducono» Chiara Cremonesi e Giulio Cavalli, c'è una «quota Limonta» il braccio destro sponsorizza Antonella Meiani già nel movimento arancione per Pisapia. In lista lo scrittore senegalese Khouma Abdoullaye detto Pap. Di origine africana anche il capolista di Sondrio, il medico Tashimanga Kalongo Vicky.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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