Ammazza i genitori: «Se non l'avessi fatto mi avrebbero ucciso»

Arrestato un 26enne con problemi psichiatrici Gli inquirenti: «Consapevole della violenza»

Paola FucilieriDa circa un mese era tornato da una comunità della Ciociaria per persone con problemi psichiatrici e relazionali. Ce lo avevano mandato i medici dal Cps (Centro psico sociale) di Sesto San Giovanni da cui era seguito e che lo curavano con antidepressivi e ansiolitici. Davide Mugnos, 26 anni, da qualche anno stava molto male. E l'altra notte, nel bilocale al settimo piano di viale Edison 666, a Sesto, ha fatto esplodere tutto il malessere che ormai custodiva, in maniera malcelata, dentro di sé, convinto com'era che la madre lo odiasse e desiderasse allontanarlo definitivamente da casa. «O io o lei» deve aver pensato nella sua follia il ragazzo. Così, poco dopo le 3.30, durante l'ennesimo litigio con la donna, ha afferrato un coltello da cucina con una lama doppia lunga una ventina di centimetri e si è lanciato sulla poveretta, sferrandole oltre una decina di fendenti all'addome e al collo. Francesca Re, casalinga, 60 anni compiuti a marzo, originaria come il consorte di Agrigento (ma, come lui, da quarant'anni a Milano) è crollata in pigiama nel salotto di casa ormai ridotto a uno scannatoio. Suo marito Giuseppe - un 63enne ex turnista in una ditta di pulizie, invalido al cento per cento da sette anni, a cui una forma violenta di diabete dovuta a un passato di pesante alcolismo lo aveva destinato alla dialisi «regalandogli» anche l'amputazione di una gamba e la cecità - sentite le urla disumane della moglie, inchiodato al letto, ha cominciato a gridare pure lui. Il figlio lo ha raggiunto e, seppur con minor violenza ma sempre a colpi di coltello, ha messo fine anche alla sua vita. Quando i poliziotti del commissariato di Cinisello Balsamo, avvertiti dai vicini, sono giunti nell'appartamento, il ragazzo, in mezzo a tutto quel sangue, sembrava tranquillo in maniera irreale e non ha cercato di scappare, ma non ha neanche mostrato il minimo cenno di pentimento per un gesto che, probabilmente, nella sua mente, aveva ritenuto necessario. «So di aver ucciso i miei genitori - dirà più tardi davanti agli investigatori della polizia e al pm della Procura di Monza Michele Trianni che probabilmente ora chiederà per il duplice omicida la seminfermità mentale -. Ora temo solo che facciate del male anche a me. Loro erano insatanati. Se non li avessi uccisi, mi avrebbero ammazzato loro».«Sembrava consapevole dell'efferatezza del reato che aveva compiuto, lucido, quasi controllato» spiega la dirigente del commissariato di Cinisello Balsamo, Anna Bruno.Il fratello, un 39enne che abita da solo ma sempre a Sesto, ha spiegato al magistrato che i problemi di alcolismo del padre li avevano ereditati sia lui che il fratello. Tuttavia mentre il maggiore, andandosene dall'appartamento di viale Edison, era migliorato e aveva una vita propria Davide, dopo che le condizioni di salute del padre erano peggiorate e la gamba gli era stata amputata, aveva cominciato a ubriacarsi maggiormente, rimanendo vittima di forti crisi depressive. Pur violento con la moglie, infatti, l'uomo non aveva mai torto un capello ai due figli che gli erano particolarmente legati.

Con l'invalidità del padre - che con la sua pensione manteneva tutta la famiglia - per Davide erano cominciate i guai: una denuncia per guida in stato di ebbrezza, un'altra per resistenza a pubblico ufficiale. Ed erano iniziate le liti con la madre. Che l'hanno portato al duplice omicidio.

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