Ancora un morto per droga al boschetto di Rogoredo

La vittima è un 40enne. E tornano le polemiche

Un altro (l'ennesimo) morto per overdose al boschetto di Rogoredo, il «bosco della droga» dove nonostante blitz e piani di recupero i pusher continuano a comandare. L'ultimo decesso risale alla notte tra giovedì e venerdì, un italiano di quarant'anni è finito in coma dopo il «buco», inutile la corsa in ambulanza al Policlinico di San Donato. L'uomo da quanto risulta era tossicodipendente da molti anni, più volte aveva cercato di uscirne, era seguito anche da Sert, ma tutti i tentativi sono stati vani e l'altra notte è stato vittima dell'iniezione letale. Un caso che riaccende le polemiche sulla sicurezza. «Rogoredo è l'Inferno in cui vanno a morirei sogni della Milano del futuro. Dobbiamo far sì che quel buco nero smetta di ingoiare vite umane - afferma il vicecapogruppo di Forza Italia in Comune Alessandro De Chirico -. Il sindaco Sala finisca di utilizzare egli agenti della polizia locale come gabellieri mascherati, a caccia di multe, e li impegni in una seria opera di bonifica».

Anche Carmine Lucente, capogruppo Fdi in Regione, chiama in causa il Comune: «Il boschetto della droga di Rogoredo sembra sempre più una cicatrice inguaribile della città.

Il consiglio regionale ha approvato il nostro ordine del giorno che stanzia 100mila euro per investimenti nella videosorveglianza, che verrà potenziata proprio nella zona di Rogoredo. Ma serve di più, la giunta intervenga in maniera più seria».

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