La miglior difesa dei consiglieri della Lombardia è il confronto con i colleghi. Perché qui, spiegano per non essere confusi con dei Fiorito qualunque, ognuno di loro ha il costo pro capite per cittadino più basso d'Italia: 7,7 euro all'anno, a fronte dei 124,74 per ogni abitante della Valle d'Aosta, i 34,68 della Sicilia e i 18,5 del Lazio. Con il budget del consiglio che arriva a 75 milioni di euro, la metà rispetto agli altri parlamentini perdipiù chiamati a legiferare su un Pil decisamente inferiore. Come in Sicilia dove i consiglieri si fanno chiamare «onorevoli» e sarà anche la più antica assemblea d'Europa, ma un usciere guadagna oltre 3.500 euro al mese. «Mal comune, nessun gaudio», verrebbe voglia di obiettare.
«Si può fare e si farà anche di più - obietta Fabrizio Cecchetti, il presidente leghista del consiglio regionale - Ma la verità è che abbiano risparmiato 4 milioni e 180mila euro e li abbiamo destinati alle famiglie terremotate e a quelle più colpite dalla crisi. Due belle azioni e un esempio di buon senso». Segno, forse, che un po' di antipolitica fa bene anche alla politica. «Non siamo tutti uguali - replica Cecchetti - Mentre dal 2010 il consiglio in Lombardia risparmiava 20 milioni di euro, quello del Lazio aumentava di 6 milioni i suoi costi». Non solo. «Mentre noi portavamo da 8 a 5 le auto blu e da usare solo in viaggi di rappresentanza in cui siano indispensabili, il Lazio ne ha 28». Ma il carrozzone dei partiti costa oltre 11 milioni di euro all'anno. «Un momento - frena Cecchetti. Un conto sono i soldi che i gruppi hanno a disposizione, un conto è quello che spendono». Vuol dire che li restituiscono? «Certo. Quello che viene speso va giustificato con scontrini e ricevute. Nelle altre regioni questo non si fa. E quello che si risparmia rientra nel bilancio dell'amministrazione». Non succederà mai. «Non è così. Per le spese di rappresentanza della presidenza del consiglio regionale ci sono 50mila euro. Io dall'8 maggio, quando sono arrivato, ne ho spesi 80». Difficile anche da credere. «Non sono il primo della classe. Nell'ufficio di presidenza siamo in cinque e in tutto abbiamo speso 1.700 euro». Parte dei quali per un incontro a Bergamo con il caporal maggiore degli alpini Luca Barisonzi ferito in Afghanistan. E a Natale altri 37mila euro di risparmi tagliando le tradizionali agende. «E poi ricordiamo che la Lombardia già un anno fa, ben prima del caso Lazio, ha diminuito l'indennità dei consiglieri del 10 per cento e cancellato vitalizi e indennità di fine rapporto».
Conferma l'inversione di tendenza il vice presidente Carlo Saffioti ansioso, in tanto turbinar di cifre, di mostrare la sua busta paga. «Io al netto guadagno 10.300 euro e appena arrivato ho rinunciato all'auto blu. Ora tutta la presidenza ha a disposizione un'Audi con 240mila chilometri, penso sia un record in Europa». I soldi ai gruppi? «Il 70 per cento va ai collaboratori. Sono figure importanti per il lavoro dei consiglieri. Se ogni regione adottasse gli standard gestionali lombardi, avremmo un risparmio di oltre 4 miliardi di euro».
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