Anziani a rischio in Rsa per il veto di figli No Vax "Decidono al posto loro"

Preoccupa il numero di ospiti non vaccinati. A Pavia 200 casi. "Ma alcuni sono fragili"

Anziani a rischio in Rsa per il veto di figli No Vax "Decidono al posto loro"

Alti livelli di vaccinazione nelle fasce d'età più alte, e altissimi livelli di copertura fra gli ospiti delle Rsa. Il primo ciclo vaccinale dei cittadini più esposti al Covid ha coinciso con la prima parte della campagna che ha occupato il 2021 e ora procede con la terza dose. Eppure, anche dalla vaccinazione con prima e seconda dose, qualcuno è rimasto fuori, per «scelta sua», più o meno. Solo nel Pavese sono 200 gli ospiti delle case di riposo del territorio che non risultano vaccinati contro il Covid neanche con prima dose.

È stata la «Provincia Pavese», due giorni fa, a raccontare questo fenomeno. In certi casi si tratterebbe di anziani che hanno deciso in modo «autonomo», seppur condizionato in qualche modo dai parenti, in altre situazioni invece sono proprio i figli a decidere per i genitori, quando si trovano evidentemente in una condizione fisica - e giuridica - che prevede una qualche forma di tutela. E il fenomeno risulta piuttosto omogeneo territorialmente.

Come emerge dai dati della Regione (assessorato al Welfare) le fasce d'età più avanzate hanno percentuali elevatissime di copertura, ora come negli ultimi mesi. Il report lombardo indica una percentuale di vaccinazione completata del 92% nella fascia 60-69 anni, del 93% in quella 70-79 anni, e addirittura del 98% in quella 80-89 anni, con adesioni sul totale sempre intorno (o superiori) al 90%. Questo per ciò che riguarda la platea di tutti i cittadini. E anche a livello nazionale risulta «molto vaccinata» per la precisione al 93,7%, la fascia «over 80» con un 1,8% di cittadini in attesa della seconda dose e un 4,6% senza alcuna dose (dati dLab24» del Sole 24 ore).

Per gli ospiti delle Rsa, dei dati complessivi si attendono per esempio dall'imminente congresso della Società italiana di geriatria. E intanto si fa i conti con la dose «booster». L'assessore Letizia Moratti ha definito «ottimo» l'andamento delle somministrazioni della terza dose nelle Rsa. Alla Regione risultano, a oggi, 70.051 somministrazioni di terze dosi nelle Rsa della Lombardia (di cui 19.290 a Milano) fra ospiti e operatori delle strutture, che sono ovviamente obbligati a vaccinarsi. Gli ospiti attuali delle Rsa sono 59.194, per cui l'operazione di copertura con terza dose è già molto avanti.

Se si deve guardare al primo ciclo di vaccinazione, la fotografia è più complessa. L'assessorato sa di aver vaccinato con due dosi 61.466 ospiti delle Rsa e il numero è superiore a quello degli ospiti attuali perché un certo numero di pazienti, spesso molto anziani, sono nel frattempo deceduti o sono stati spostati altrove. Comunque, va tenuto presente che spesso gli ospiti delle Residenze sanitarie assistenziali sono in condizione di estrema fragilità, tale da suggerire agli stessi medici, di concerto con i familiari, di non procedere con la vaccinazione (o con la seconda dose). Nella piccola percentuale di non vaccinati, dunque, compaiono sia i casi di fragilità estrema sia i casi di rifiuto vero e proprio da parte pazienti che invece potrebbero essere vaccinati.

E questi rifiuti, a volte sono dinieghi diretti di ospiti perfettamente coscienti, a volte sono veti posti da figli che decidono per genitori non più in condizione di farlo. E nel Pavese (articolo della «Provincia») queste «non vaccinazioni» si calcolano complessivamente in 200, una percentuale non alta ma non trascurabile.

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