Appalti sanità e corruzione In quindici verso il processo

Arriva quasi fuori tempo massimo, con la giunta azzerata e il consiglio prossimo alla dismissione, il nuovo atto d'accusa contro la Regione dell'epoca Formigoni. Il pm Tiziana Siciliano avvisa ieri della chiusura delle indagini preliminari quindici persone: tra questi ci sono il capogruppo uscente del Pdl Paolo Valentini, l'ex assessore Giulio Boscagli, e il direttore generale dalla Sanità regionale Carlo Lucchina. Turbativa d'asta e corruzione sono i titoli d'accusa che la Siciliano formula per una vicenda di appalti regionali legati al mondo ospedaliero: la fornitura di contenuti per gli schermi tv piazzati negli ospedali, e il brokeraggio assicurativo di alcuni enti.
L'inchiesta era partita da una denuncia di un esponente della maggioranza, il leghista lecchese Stefano Galli: che ora si trova a sua volta indagato in un'altra inchiesta, quella sui rimborsi allegri dei consiglieri del Pirellone, dove è accusato di avere messo in nota spese anche il banchetto nuziale della figlia. Alcuni anni fa Galli aveva raccontato ai carabinieri di essere stato contattato dall'imprenditore Alberto Uva, che gli aveva promesso 15mila euro (ma il totale poteva arrivare a 400mila) per sbloccare senza gara l'assegnazione alla sua ditta. Al secondo incontro Galli si era presentato con una microspia. E dalle intercettazioni era partita l'inchiesta.


Nella sua fase iniziale l'indagine aveva toccato anche il giornalista Oscar Giannino, che avrebbe dovuto essere il direttore editoriale delle tv a circuito chiuso: ma la Procura si è convinta della sua estraneità alla vicenda.

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