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Appaltopoli, la cupola puntava alla Lega

Dopo la «sospensione cautelare» di Mauro Lovisari, Paolo Moroni e Patrizia Pedrotti, i tre manager della sanità allontanati dalla giunta per volontà del governatore Roberto Maroni perché finiti nell'inchiesta per gli appalti su Expo e sanità della Cupola Frigerio-Greganti, a spuntare dalle carte sono i nomi della Lega. Perché nelle carte dell'ordinanza di custodia cautelare firmate dal gip Fabio Antezza oltre a Lovisari, dirigente in quota Carroccio voluto proprio da Maroni per incarichi di responsabilità, a comparire nelle intercettazioni è anche il nome di Fabio Rizzi, il presidente della commissione Sanità a cui la Lega ha affidato la riforma del settore. Un nome, quello di Rizzi, che compare nei verbali quando Frigerio incontra Giovanni Rodighiero e parla di una «accordo di non belligeranza» da fare con Hospital service, società che sostiene essere «sostenuta molto dal presidente della commissione sanità della Regione, leghista (Fabio Rizzi, ndr)».
In un altro passo Lovisari parla di Guarischi e dice che «Fabio (Rizzi, ndr) si sta muovendo non bene».

Si tratta di Massimo Gianluca Guarischi ex consigliere regionale vicino a Formigoni e arrestato nel 2013 nell'indagine nella quale lo stesso Formigoni risponde di corruzione e turbativa d'asta. Insieme a un altro leghista, l'ex assessore alla Sanità Luciano Bresciani.

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