Area C inutile, è solo una tassa: anche il ministro scarica Pisapia

Per Clini bloccare il centro serve solo a spostare l'inquinamento un po' più in là. E promette 40 milioni per il trasporto pubblico (di 4 regioni). Il sindaco resta solo

Area C serve solo a tenere il traffico fuori dai confini delle città, peccato che lo smog non conosca confini. La posizione del ministro dell’Ambiente Corrado Clini, che ieri a poche ore dall’incontro sull’emergenza smog nel Nord Italia tra la regione Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna, è tornato a ribadire la sua posizione. «È poco efficace chiudere il centro delle grandi città se il traffico si congestiona alla loro cintura e i veicoli si fermano appena prima», quando «l’inquinamento purtroppo non conosce limiti amministrativi». Per questo, ha aggiunto Clini, «serve a poco che si blocchi il traffico ai limiti amministrativi» dei centri urbani, mentre quel che «ci vuole sono investimenti, non basta la buona volontà o l’educazione, ci vogliono le infrastrutture» per cambiare il volto ai trasporti pubblici e delle merci.
Non si fa attendere la risposta di Palazzo Marino, per bocca del presidente della commissione Mobilità Carlo Monguzzi: «Sappiamo anche noi che servono investimenti strutturali. Detto ciò, la nostra ambizione è che 20-30mila milanesi lascino a casa l’auto con l’entrata in vigore di area C, un provvedimento che ci hanno chiesto i cittadini tramite un referendum e in cui noi crediamo. Siamo disponibili ad ascoltare tutte le critiche e auspichiamo proposte alternative». Polemico Riccardo De Corato: «All’incontro con il Ministro dell’Ambiente, il Comune resterà probabilmente solo a sostenere la politica dei blocchi e dell’ecotassa». Intanto fervono i lavori in piazza Scala per arrivare in tempo al 16 gennaio, quando scatterà la congestion charge: ieri si è tenuto il vertice tra il presidente di Atm Bruno Rota e l’assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran per l’approvazione del piano di potenziamento del trasporto pubblico.
Diverso il parere di Clini sul protocollo varato dalla Provincia, che ha coordinato i 134 comuni dell’hinterland: «il protocollo può essere un pezzo del piano nazionale dell’ambiente - ha spiegato il ministro -. Difficile che un Comune da solo possa risolvere il problema, protocolli così permettono di gestire in maniera concordata il fenomeno». Soddisfatto l’assessore all’Ambiente di palazzo Isimbardi Cristina Stancari, che ha convocato per domani la cabina di regia: «Siamo soddisfatti dell’incontro, che ha confermato quello che diciamo da settimane: per combattere servono politiche su ampia scala e condivise». Il nuovo piano nazionale dell’aria dunque metterà insieme il protocollo della Provincia e il modello di previsione e valutazione varato dalla regione Piemonte. Un «incontro utile, costruttivo, sicuramente un buon inizio» per il sindaco: «Credo che tutti insieme potremo arrivare a risultati positivi per una mobilità veramente sostenibile e per tutelare la salute dei cittadini».

Tra le richieste messe sul tavolo dal presidente della Regione Roberto Formigoni il riconoscimento delle peculiarità orografica e meteoclimatica dell’intero bacino padano che «ci consentirà di chiedere maggiori fondi alla unione europea». Così il ministro ha portato in dote 40 milioni di euro per il trasporto pubblico di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia che «serviranno per l’acquisto di Euro 6 mezzi elettrici . È poco, ma è un segnale».

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