Per poco, ma le firme non bastano. Sfuma il referendum per abolire «Area C», la tassa del sindaco Giuliano Pisapia. Bersaglio fallito per poco, ma nessuno nel Pdl vuol sentire parlare di sconfitta. Anzi, comunque di una vittoria. «E di una grande vittoria», spiega il coordinatore cittadino del Pdl Giulio Gallera che ieri con il capogruppo Carlo Masseroli, il coordinatore delliniziativa Alan Rizzi e altri consiglieri comunali, ha consegnato a Pisapia i pacchi di moduli con le firme raccolte. In tutto 27.700, meno delle 29.600 necessarie per indire la consultazione popolare e chiedere ai milanesi se effettivamente vogliano essere costretti a pagare un pedaggio ogni volta che entrano in centro.
E allora dove sta la grande vittoria? «Anche se non abbiamo raggiunto la soglia - spiega Gallera -, consideriamo di enorme rilievo politico il risultato ottenuto». Per il Pdl «in un momento in cui la fiducia nei partiti politici è al minimo storico, siamo riusciti in unimpresa gigantesca. Abbiamo organizzato trecento banchetti nei mercati e nelle vie di Milano, abbiamo esposto le bandiere del Pdl e quasi 28mila residenti a Milano, muniti di documenti didentità, hanno sottoscritto la nostra richiesta di referendum. In tanti avrebbero voluto firmare ma venivano da fuori o non avevano con sé il documento». Una soddisfazione non solo simbolica. «Abbiamo raccolto la forte contrarietà allArea C, ma anche alla politica di Pisapia - spiegano gli ideatori delliniziativa -. Per cui consideriamo pienamente raggiunto il risultato politico». Anche perché nonostante il traguardo sfumato per un soffio, non cè nessuna intenzione di arrendersi. «La voce di 28mila milanesi - lappello lanciato a Pisapia e alla sua giunta - non può essere ignorata e nei prossimi giorni chiederemo un incontro al sindaco».
Con Gallera che ricorda come «tra due mesi, il 16 luglio, scade la sperimentazione dellArea C e noi chiediamo che venga eliminata o che, come minimo, vengano accolte le modifiche maggiormente richieste dai milanesi». Tra cui lesenzione dal pagamento per i residenti, la ridefinizione del perimetro dellarea-pedaggio così da sottrarre le scuole e gli ospedali collocati sul confine, esenzioni per tutti i lavoratori (infermieri, personale delle società delle pulizia, baristi, camerieri) che sono costretti ad entrare in centro prima delle 19,30 e finiscono a tarda sera. E ancora, ingressi gratuiti per chi deve recarsi in ospedale per esami, visite o donare il sangue e la riduzione dellorario. Ricordando come per i famosi cinque referendum cosiddetti ambientalisti del comitato promotore «Milanosimuove» le firme da raccogliere, essendo semplicemente consultivi mentre questo sarebbe stato abrogativo, le firme da raccogliere furono appena 15mila. «La metà delle nostre. E proprio per questo - assicura Gallera - ringraziando i molti milanesi che ci hanno sostenuto nella battaglia contro linutile ed iniquo balzello, garantiamo che tuteleremo i loro diritti in aula e in città».
«La dimostrazione che i cittadini non vogliono retromarce su area C», il commento al veleno di Edoardo Croci, Marco Cappato ed Enrico Fedrighini, presidente, segretario e portavoce di «Milanosimuove». «Un dato che evidenzia il disinteresse dei cittadini per una retromarcia». Sempre che 27.700 firme di milanesi siano una dimostrazione di «disinteresse».
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