Laboratori artistici, raccolta di libri, tutti alle prese con martelli e chiodi per costruire tavoli e scaffali. Alla torre Galfa i ragazzi di Macao proseguono nella ristrutturazione della torre che non dovrebbero occupare.
E nel fine settimana cè perfino chi è arrivato dalla altre città italiane per dare una mano e per prendere lezione di occupazione. Nemmeno si trattasse di uno stage intensivo con full immersion. «Arrivo da Bergamo con alcuni amici - racconta un ragazzo «in gita» alla torre degli abusivi - Siamo qui perché vogliamo fare una cosa simile da noi. Nella nostra zona abbiamo parecchie caserme dismesse, del tutto vuote. E quindi sono qui a prendere lezioni». Verrebbe da dare un consiglio al giovane in pellegrinaggio dai guru di Macao: prima di occupare, si assicuri di avere il consenso (tacito e esplicito conta poco) dei radical chic, degli intellettuali e di chi in città fa il bello e il cattivo tempo.
La scuola Macao sembra aver agito così. Nulla è stato improvvisato, nulla è stato lasciato al caso. Nè il logo del gruppo, degno dei migliori studi di grafica, né le modalità delloccupazione. «Abbiamo alle spalle un lavoro di un anno» spiegano gli stessi abusivi nei loro filmani su Youtube.
I seguaci di Macao intanto crescono di giorno in giorno: la pagina Facebook del gruppo, solamente tra domenica e lunedì, ha raccolto un migliaio di nuovi fans, arrivando a quota 13mila. Il tam tam, soprattutto in rete, è fittissimo. E i giovani arrivano da tutta Italia per portare i vecchi comò della zia, per tinteggiare e pavimentare il grattacielo. La domanda sorge spontanea: ma non lavorano? A chiederselo sono anche i residenti della zona che nei giorni scorsi sono andati a curiosare allinterno della torre. Sul muro del primo piano è appeso un cartello con il programma giornaliero delle attività di Macao: «Sveglia ore 9,30, tavoli di lavoro ore 14». E subito i residenti, che per notti intere non hanno chiuso occhio a causa del baccano, hanno aggiunto, come chiosa del testo, un enorme punto interrogativo di fianco alla parola lavoro: «Sapete cosè?» si chiedono. Se non altro gli abusivi del grattacielo hanno capito che non possono continuare a festeggiare tutta la notte con musica e schiamazzi.
Mentre lavorano alla ristrutturazione, i «galfisti» lanciano un invito-avvertimento a Pisapia: «Venga a trovarci e sappia che qui domani ci saranno 20mila voti. Lo tenga presente».
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