Sono arrivati e stanno ancora arrivando i profughi «promessi» dal ministero dell'Interno. Dalle 11 di ieri mattina fino alla sera e anche stamane, autobus stracolmi di umanità, furgoni e mezzi anche a due piani, tutti provenienti dalla Sicilia, entrano alla spicciolata nel piccolo scalo militare di Bresso, dove la Croce Rossa aveva allestito le tende e le strutture di prima necessità già montate nell'autunno scorso nell'ex caserma di via Clerici. I posti, però, si sono già rivelati esigui: sono solo 150 e gli arrivi previsti sfiorano le 500 unità. Così ieri, nel primo pomeriggio, alcuni camion hanno cominciato a portare altre tende, montate dai volontari della Protezione civile per le prime 200 anime reduci da un interminabile viaggio della speranza. Questi profughi provengono infatti tutti da nazioni in guerra, sono sub sahariani, eritrei e sudanesi: in breve i più disperati. Dovrebbero quindi chiedere tutti asilo politico e fermarsi in Italia. Non agire, per essere chiari, alla maniera dei profughi siriani, che da soli, con i loro mezzi, arrivano in stazione Centrale per poi agire vogliono dirigersi subito verso il nord Europa.
La prefettura, allertata dal Viminale, sta gestendo le operazioni per distribuire i migranti nelle strutture presenti in tutte le province lombarde. Operazioni silenziosissime: in questi giorni e nemmeno ieri da palazzo Diotti non è trapelata alcuna notizia, neanche a favore del Comune (partner della prefettura nell'accoglienza dei profughi attraverso una vera e propria convenzione) e della Regione su quando sarebbero arrivati i profughi e come sarebbero stati sistemati. Solo la polizia di Stato, impegnata nella solita staffetta di sicurezza, infatti, era a conoscenza del fatto fin dalle prime ore del mattino. Anche in questura, però, le bocche sono rimaste sapientemente cucite fino al tardo pomeriggio. E se il prefetto Francesco Paolo Tronca, probabilmente seguendo il modus operandi suggerito dal ministero, ha preferito gestire la questione senza volerne dare risalto, c'è riuscito in pieno, incurante di sollevare comunque un polverone di polemiche visto che queste modalità non sono piaciute a nessuno, in primis alle altre istituzioni.
Mentre in stazione Centrale, proprio ieri pomeriggio, sono arrivati 70 siriani che gli operatori del Comune, come consuetudine, hanno provveduto a sistemare in alcune delle 13 strutture cittadine, sembra che dei sub sahariani giunti ieri a Bresso, nel Milanese ne resteranno più o meno un terzo. A Milano città probabilmente ne arriveranno pochissimi o addirittura nessuno. Tuttavia in prefettura sono ben consci che si tratta solo di un anticipo di quel che ci attende a primavera.
Il nuovo scacchiere geo politico in Libia, infatti, fa pensare che ci sia una nuova spinta a far migrare a tutti i costi i profughi verso l'Italia.
Gli osservatori internazionali parlano di 200mila persone nei campi profughi della Libia, pronte a partire verso l'Italia e incoraggiate dalle milizie jihadiste che si stanno impadronendo del Paese sull'altra sponda del Mediterraneo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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