Cronaca locale

Arte delle macchie di colore e vita al Caffè Michelangelo

Un percorso espositivo partendo dal luogo in cui nacquero i Macchiaioli, ribelli dell'800 che abolendo le linee geometriche rivoluzionarono la pittura

Con la mostra «I Macchiaioli» le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia hanno aperto la stagione autunnale. La rassegna è dedicata al movimento artistico che rivoluzionò la pittura italiana dell'Ottocento: chi erano i Macchiaioli? È presto detto.

Questo nome fu utilizzato da un giornalista per la prima volta nel 1872 in occasione di una mostra fiorentina, ma in realtà l'espressione fu coniata in senso denigratorio. Nonostante ciò i pittori della cerchia adottarono questo termine.

La loro scelta pittorica consisteva nell'eliminare la linea e il punto geometrico in quanto sostenevano che non esistevano nella realtà, da qui la scelta di creare macchie di colore. Il Movimento nacque al Caffè Michelangelo di Firenze. La volontà era rinnovare la pittura e la cultura nazionale opponendosi al Romanticismo, al Neo-classicismo e al Purismo accademico. I Macchiaioli sostenevano che l'immagine del vero fosse un contrasto di macchie di colore e chiaro-scuro, ottenuti con una tecnica definita «dello specchio nero»: gli artisti utilizzavano uno specchio annerito dal fumo per esaltare i contrasti all'interno del dipinto. Fino al 20 dicembre, le sale delle Scuderie ospiteranno «I Macchiaioli. Una rivoluzione d'arte al Caffè Michelangelo», progetto espositivo ideato, prodotto e organizzato da ViDi in collaborazione con il Comune di Pavia e curato da Simona Bartolena insieme a Susanna Zatti, direttore dei Musei Civici di Pavia. Obiettivo della mostra è quello di indagare i protagonisti e l'evoluzione di questo importante movimento, fondamentale per la nascita della pittura moderna italiana. Il punto di vista adottato racconta nello stesso tempo l'importanza storico artistica del movimento, i suoi rapporti con la scena francese, le novità tecniche introdotte dai pittori del gruppo, ma anche la quotidianità della vita al Michelangelo, seguendo il filo dei racconti, degli scritti, delle lettere lasciate dai protagonisti. Un modo di narrare la vicenda poco consueto, che appassionerà anche il pubblico meno esperto. Seguendo il percorso espositivo vengono sottolineati anche i numerosi punti di contatto con la realtà artistica europea, in particolare quella francese, e con quella del resto della penisola, in quel periodo in fase di unificazione. Tra il ricordo di uno scherzo goliardico e l'emozione della scoperta di un'opera di Degas, tra l'esperienza a Barbizon e un pomeriggio a Montemurlo, si dipana un racconto che farà rivivere un ventennio d'oro dell'arte italiana.

La mostra comprende oltre settanta opere provenienti da prestigiose sedi - Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti di Firenze, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Galleria d'arte Moderna di Milano, Galleria d'arte moderna Ricci Oddi di Piacenza, Istituto Matteucci di Viareggio e da collezioni private, firmate dai principali esponenti del gruppo dei Macchiaioli quali Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Giuseppe Abbati, Vincenzo Cabianca, Silvestro Lega, Adriano Cecioni, Vito d'Ancona, Raffaello Sernesi, Odoardo Borrani.

Un momento storico e culturale molto vivace, da cui emergeranno i fermenti di rivolta di questi nuovi pittori, insieme alle loro forti personalità, sia sotto il profilo artistico che sotto quello umano. La mostra si conclude con le nuove generazioni che frequentarono il Michelangelo negli anni successivi a quelli vissuti dal gruppo storico, indagando il Caffè fino alle fasi più tarde della sua storia per arrivare all'eredità della «macchia» con opere di Giuseppe de Nittis, Federico Zandomeneghi e Giovanni Boldini. Per tutta la durata dell'esposizione sono previste una serie di attività didattiche e visite guidate gratuite per bambini e adulti, che permetteranno di approfondire le tematiche e le opere esposte nelle sale delle Scuderie del Castello.

Visconteo.

Commenti