Antonio Ruzzo
É l'ora. L'ora è all'alba di questa mattina quando alla 5.30 temperatura e venti saranno ideali, quando tutte le condizioni saranno perfette per provare ad infrangere il muro delle due ore nella maratona. Per sgretolare un mito. O forse «il mito».
Per scendere sotto un limite che sembra impossibile, non alla portata anche di campioni del calibro Eliud Kipchoge, Lelisa Desisa e Zersenay Tadese: Kenia, Eritrea, Etiopia l'Africa epicentro del nuovo potere della corsa di lunga lena. Tre atleti che stanno alla maratona come Ronaldo, Messe Higuain al calcio, tridente impensabile per efficacia e potenza. Una maratona sotto le due ore che significa migliorare di circa il 3% il record: 2:02:57.
Che significa «limare» sette secondi da ognuna delle 26,2 miglia di gara. Per molti, si tratta di una sfida apparentemente impossibile. Ma per Nike, è un obiettivo che vale la pena inseguire questa mattina sulla pista dell'Autodromo di Monza. Test su test, prove di materiali, allenamenti studiati ed anche uno staff di psicologici per non fallire. Poco più di un mese fa, sempre in pista a Monza, Kipchoge, Desisa e Tadese avevano provato un «warm up» come i bolidi di Formula Uno sulla distanza della mezza maratona, 21 chilometri volati via in 59 minuti scarsi. E questa mattina proveranno a finirla tutta, proveranno l'assalto al record mondiale firmato da Dennis Kipruto Kimetto il 28 settembre di tre anni fa sulle strade di Berlino in una gara vera. E per farli andare più forte gli hanno messo anche gli alettoni, un paio di placche adesive ai polpacci per guadagnare tutti i centesimi e i millesimi che servono. Perchè per andare sotto le due ore in maratona serve tutto ciò che si può inventare. E allora pantaloncini a compressione praticamente cuciti addosso, canotte che sembrano una seconda pelle, scarpe con una soletta in carbonio che più performante non si può.
Cibo, bevande, sonno e allenamenti tutto sotto il più completo e assoluto controllo di medici e ingegneri in un progetto che Nike ha chiamato Breaking2 e che potrebbe rivoluzionare «ufficiosamente» un sfida da sempre cara agli Dei. Comunque andrà infatti il record non verrà omologato, così hanno deciso i vertici della Iaaf e così è giusto che sia visto che più che di una gara si tratta di un esperimento. Ieri intanto Carl Lewis, Paolo Maldini, Marco Belinelli, Bebe Vio, i saltatori italiani Alessia Trost e Gianmarco Tamberi ieri si sono dati appuntamento in Piazza Duomo per sostenere una sfida collettiva alla ricerca del record in staffetta, la «Breaking2 Together» organizzata da Nike con il patrocinio del Comune di Milano che ha chiamato a raccolta 334 atleti che si sono passati il testimone sui 42 chilometri e 195 chilometri.
Uno spettacolo a cielo aperto tra sport, agonismo, musica e testimonial presentato da Alessandro Cattelan sulle note dell' Infinity Orchestra diretta dal produttore milanese Gadi Sassoon, meglio conosciuto a livello internazionale anche come Memory9. Show in attesa di una altro show. Perchè, alla fine, di questo si tratta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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