È caccia all'assessore. E non solo nel senso che è partita la consueta selezione che avviene quando c'è un rimpasto in vista. In questo caso più che un rimpasto è stata annunciata una rivoluzione, «un azzeramento della giunta», una nuova squadra regionale con metà degli attuali componenti o poco più. E oggi, a rendere più difficile la ricerca degli assessori giusti, c'è il fatto che non c'è proprio la fila per sedere nell'esecutivo di Palazzo Lombardia.
Si parla di una giunta tecnica, o almeno tecnico-politica, e si discute di selezionare figure di area esterne al consiglio e ripartire. Ma come sintetizza un esponente politico del Pdl, «non sarà facile trovare chi sale su un treno in corsa e soprattutto dalle fermate incerte».
Il numero degli assessori sarà dimezzato o comunque fortemente ridotto: negli ambienti vicini al governatore si parla di 8 o 10 componenti (sottosegretari inclusi) a fronte degli attuali 15 (più quattro sottosegretari).
Il presidente della Regione, Roberto Formigoni, ha riunito ieri pomeriggio per l'ultima volta l'attuale giunta. I quindici assessori hanno presentato anche formalmente le dimissioni, una procedura che sarà ufficialmente formalizzata lunedì prossimo. Gli statuti prevedono dieci giorni di tempo per la formazione della nuova giunta, nel frattempo gli assessori dimissionari rimarranno in carica per il disbrigo degli affari correnti.
Clima di tensione durante la seduta di giunta, in cui gli assessori non formigones hanno chiesto che se la giunta sarà azzerata, l'esclusione dalla futura squadra sia generale. Un azzeramento totale e non un rimpasto, per quanto ampio. «O tutti o nessuno» la richiesta. Altri invece, della cerchia del presidente, preferirebbero una soluzione più morbida e lo hanno fatto notare durante la seduta.
Tecnici o politici? «Nulla è escluso e nulla è previsto, mi riservo uno spazio di riflessione e di confronto a 360 gradi» ha detto Formigoni ai giornalisti. Nei dibattiti più riservati, la questione rimane ancora una volta la regola che valga per tutti. «Qualunque sia il criterio scelto, assessori tecnici o politici, deve valere anche per la Lega» è stato detto durante la riunione del gruppo Pdl con Formigoni lo scorso giovedì sera, subito dopo il lungo vertice romano con il segretario del Pdl, Angelino Alfano, e il segretario della Lega, Roberto Maroni.
Un criterio che sembra già definito, e che Formigoni ha ripetuto a coloro che lo hanno visto in queste ore, è consolidare la presenza femminile, confermando le donne entrate in giunta recentemente per sopperire alla mancanza di quote rosa. Hanno così più possibilità di far parte della futura giunta l'assessore a Cultura e Istruzione, Valentina Aprea, che ha un profilo fortemente tecnico nel settore della scuola, l'assessore al Commercio, Margherita Peroni, e Ombretta Colli, sottosegretario alle Pari opportunità. Potrebbe essere salvaguardato il ruolo di Romano Colozzi, assessore al Bilancio che segue partite importanti anche per la macroregione.
In viale Monza si parla di una giunta tecnico-politica, composta da «persone di qualità che garantiscano da ulteriori brutte figure». Il coordinatore lombardo del Pdl, Mario Mantovani, sta incontrando i consiglieri regionali del partito, per raccogliere le opinioni dei soldati semplici, anche se è evidente che le decisioni saranno consolidate ai più alti livelli delle segreterie.
E la vicecoordinatrice lombarda del Pdl, Viviana Beccalossi, spiega: «Noi siamo per continuare l'esperienza con il presidente Formigoni, ma sappiamo che dalla Lega possono arrivare sorprese». Tra le ipotesi c'è anche quella che il Carroccio valuti l'appoggio esterno. Poi la staffilata: «Formigoni? Al suo posto io mi sarei dimessa».
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