Nessun giustizialismo ma anche nessuna indulgenza verso chi non gestisce con responsabilità la cosa pubblica. Il Pdl risponde così alla richiesta di Roberto Maroni di escludere gli indagati dalla giunta. «Il partito ritiene che un avviso di garanzia non sia una condizione sufficiente per esprimere un giudizio» sintetizza il coordinatore regionale, Mario Mantovani. Un tema che imbarazza più la Lega, con i rimborsi per pranzo di nozze e cartucce di fucile. «Non farei differenze tra partiti, il mio discorso è generale, riguarda tutti» taglia corto il coordinatore.
Mantovani ricorda che tutti i consiglieri, al momento della candidatura, hanno firmato un impegno per la legalità. In caso di rinvio a giudizio, la posizione del consigliere sarà a disposizione del partito che deciderà caso per caso (in base alla gravità delle accuse e alla posizione dell'imputato) su un'eventuale sospensione. In caso di condanna, tutti i consiglieri hanno sottoscritto l'impegno a dimettersi. «Mi sembra una posizione di equilibrio, rispettosa dell'elettorato ma anche di tutela da eventuali responsabilità, soprattutto per quel che riguarda i reati contro la pubblica amministrazione» conclude Mantovani.
Sabato scorso, durante la riunione del gruppo Pdl con Mantovani, si è parlato dei rapporti con la Lega e chiarito che il gruppo non intende seguire dettami di altri. «Non accetteremo criteri assurdi dettati da altri. Oltre tutto è un circolo perverso. Se poi arrivasse un avviso a Maroni, che facciamo? Anche lui si deve dimettere» osserva il segretario cittadino, Giulio Gallera, eletto consigliere regionale.
Si è discusso di incarichi, pur senza entrare nel dettaglio dei nomi e si è stilato un elenco dei criteri. Il primo si può riassumere in una specie di «diritto di prelazione» per chi ha maggiore esperienza da mettere in campo. Si è deciso poi di fare un tagliando dopo due anni e mezzo: tutte le cariche saranno ridiscusse.
Le posizioni principali che saranno assegnate in queste settimane sono nove: sei assessori, un sottosegretario, la presidenza del consiglio e il ruolo di capogruppo. Ad alzare la voce è l'area di Comunione e liberazione, che non si sentirebbe rappresentata da due soli esponenti. «Noi abbiamo fatto eleggere sette consiglieri su diciannove - osservano da Cl -. In base a un criterio proporzionale, ci toccherebbero almeno due posizioni di rilievo». O due assessori e il presidente del consiglio oppure un assessore, il presidente del consiglio e il capogruppo. Richieste alte, come si conviene alle trattative politiche. Torna a sentirsi il nome di Paolo Valentini, ex capogruppo del Pdl, che non si è candidato alle regionali. Ci sono già i possibili candidati a capogruppo: Stefano Carugo o Mauro Parolini. In corsa per l'incarico anche i liberal Giulio Gallera e Alessandro Colucci.
Al momento le decisioni certe sulla giunta sono poche. La prima è il vicepresidente, Mario Mantovani, che probabilmente si occuperà di Salute.
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