Dopo un travaglio giudiziario lungo 7 anni, Marco Osnato mesi fa è stato assolto in appello nell'inchiesta su presunte irregolarità nella gestione di appalti nelle case popolari Aler. E domenica ha vinto anche la sfida elettorale nel collegio di Varese-Como-Lecco, è deputato di Fratelli d'Italia.
Una campagna più leggera rispetto alle Comunali 2016? Allora era indagato e il Pd contestò la sua presenza nelle liste.
«La campagna era stata difficile più per il fango gettato strumentalmente da alcuni avversari politici che per la situazione in sè. L'accusa non appariva così pesante e infatti in seguito si è risolta brillantemente. Ma tra i più insistenti nel ricordare agli elettori che ero indagato c'è chi si trova oggi in una situazione simile, il sindaco di Milano Beppe Sala, sotto inchiesta per appalti Expo. Spero trovi un atteggiamento meno strumentale e antipatico da parte degli oppositori, mi sembra che sia già così».
Nelle case popolari di via Bolla ci avete portato anche la leader Fdi Giorgia Meloni: di chi è la colpa del degrado?
«Il proprietario è Aler, azienda regionale, ma il Comune e le forze dell'ordine hanno la competenza sugli sgomberi. E per dirla in termini semplici, da un amministratore di condominio nessuno pretende che faccia ordine pubblico dentro e fuori il palazzo».
Durante la campagna elettorale avete sfilato con un maxi tricolore in via Padova allo slogan Riprendiamoci la città. Da deputato come intende tradurre questo impegno?
«Quello di aumentare i militari sulle strade è il primo atto, non solo simbolico, che intendiamo portare a termine.
Nessuno vorrebbe le città militarizzate ma volenti o nolenti le divise spaventano i malintenzionati e fanno sentire più sicuri i cittadini. E non faremo finte Commissioni parlamentari nelle periferie come in passato, chiederemo stanziamenti veri sui quartieri degradati».ChiCa
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