Un affondo prolungato, durato un giorno intero di udienza. E oltre. I pm Laura Pedio e Antonio Pastore ieri hanno pronunciato una lunga requisitoria al processo Maugeri. Al centro del mirino, Roberto Formigoni, accusato di associazione per delinquere e corruzione e imputato insieme a Pierangelo Daccò e altri otto.
«Oltre 70 milioni di euro sono stati rubati ai malati della Regione Lombardia - ha detto Pedio -. Soldi destinati a curare i pazienti, ai posti letto, all'acquisto dei farmaci». Secondo la Procura, l'ex governatore sarebbe stato corrotto per garantire sovvenzioni regionali alla Fondazione Maugeri e all'ospedale San Raffaele, mentre Daccò sarebbe stato «il collettore delle tangenti per conto di Formigoni». Le mazzette sarebbero consistite anche in una serie di benefit di lusso, tra cui viaggi e vacanze. «Mentre la sanità affonda come il Titanic, loro andavano in barca e bevevano champagne», l'immagine usata dal pm. Che ha continuato: agli enti privati Daccò «ha venduto il presidente, la più alta carica della Regione che poteva dargli gli atti e i finanziamenti di cui aveva bisogno». E sull'ambiente in cui sarebbe maturata la corruzione: «Le condotte criminali si inseriscono in contesti già consolidati, rapporti già profondi. In questo caso parliamo della comune militanza politica nel movimento popolare e l'affiliazione a Cl». Il senatore di Ncd, che era in aula, non ha voluto commentare. «No, oggi non parlo, grazie, parlano i pm.
Dopo parlerà la mia difesa, disperdetevi pure (sorridendo, ndr)». Poi ha aggiunto: «Non parlo, in che lingua devo dirlo, in francese o in arabo?». La requisitoria dell'accusa si concluderà il prossimo 11 aprile, quando sono attese le richieste di condanna.CBas
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