Luca Del Gobbo, assessore e capolista di «Noi con l'Italia», quale contributo date alla campagna di Attilio Fontana?
«Famiglia, imprese e sussidiarietà sono i nostri riferimenti. Partiamo dalla legge sul fattore famiglia, di cui sono primo firmatario, che Colucci ha portato avanti. Vogliamo rendere la famiglia protagonista e sostenerla della Regione può mettere in campo, anche come contrasto alla crisi demografica. Dobbiamo renderla operativa la legge».
Come?
«Con Fontana e gli alleati dobbiamo prevedere risorse adeguate. La mia visione nasce anche dall'esperienza di sindaco: a Magenta avevamo scritto un piano per la famiglia, per farne il centro dell'azione. E ha funzionato bene. Vorremmo che questo piano strategico fosse un modello regionale. Per rendere la famiglia protagonista, non solo come sostegno economico, sarebbe utile e bello un assessorato alla famiglia».
A che serve il fattore famiglia?
«È un indicatore sintetico della situazione reddituale come strumento - diverso dell'Isee - per accedere alle prestazioni, per esempio il buono scuola, la dote scuola la locazione a canone concordato. Si considerano il numero dei figli e l'età, gli anziani, la presenza di persone disabili. Tutti indicatori che non sono inseriti nell'Isee».
Che destino avranno queste misure se dovesse vincesse Gori?
«Prevedo che sarebbero cestinate, come è successo spesso in alcune realtà locali. Anche nel mio Comune. Di questo piano non c'è traccia nel programma di Gori. Non è vero che siamo tutti uguali. Faccio un esempio: Paola Bocci, consigliera e candidata, per prima cosa ridurrebbe a zero gli obiettori di coscienza. Io mi sono battuto per il fondo Nasko».
Gori chiede concorsi ad hoc per i ginecologi obiettori.
«Sono assolutamente contrario. Nel centrodestra, su alcuni temi, a volte devi lavorare ma le cose le abbiamo fatte. Abbiamo una visione. E noi ci battiamo per un centro traino della coalizione».
E i centristi nel centrosinistra?
«Io li rispetto ma faccio fatica a capire come potranno realizzare le stesse cose.
Per esempio il buono scuola, per noi è costruzione di un percorso educativo libero. Per Gori è un aiuto alle famiglie bisognose. Ed escluderebbe il 25% delle famiglie, abbassando le soglie. Il suo programma è nero su bianco. E in 2 anni hanno chiuso già 250 scuole paritarie».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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