Aule piccole e trasporti. "Non è proprio sostenibile aprire le scuole al 100%"

Il presidente Fontana al governo: "Presenza e capienza dei mezzi non proporzionate"

Aule piccole e trasporti. "Non è proprio sostenibile aprire le scuole al 100%"

Alla fine ha prevalso la linea della gradualità, con il governo che ha rimodulato la proposta iniziale di fra rientrare tutti gli studenti al 100 per cento al 60 per cento. A un anno circa dalla prima ondata pandemica, i nodi rimangono gli stessi: gli spazi e i trasporti. Con i dirigenti scolastici che si erano detti molto preoccupati per il rientro in classe di tutti gli studenti (in Lombardia gli alunni delle superiori sono tornati in presenza al 50 per cento dal 12 aprile), a partire dal presidente dell'Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli, che ne fa una questione «tecnica». «Da un lato abbiamo una percentuale alta di personale vaccinato, il 75%, ma per quanto riguarda le problematiche siamo sempre lì. Una è il trasporto pubblico, l'altra gli spazi scolastici. Penso che sarebbe giusto lasciare alle scuole la possibilità di decidere quanti studenti possono andare».

In giornata le criticità erano state «girate» al governo dalle regioni, in prima fila il presidente della Lombardia Attilio Fontana: «È chiaro che dobbiamo risolvere il problema della scuola in presenza al 100 per cento e l'affollamento dei treni al 50 per cento, è un problema che abbiamo già evidenziato al governo». La soluzione individuata da Fontana puntava allo scaglionamento degli ingressi, che al momento, sono «solo» due: alle 8 e alle 9,30. Ci sono una serie di ipotesi e soluzioni, la più semplice sarebbe quella di dilazionare l'ingresso degli studenti, con orari differenziati. Dare comunque autonomia alle scuole, che possano fare delle scelte compatibili con le due esigenze e che varino nei territori». Al termine dell'incontro si è raggiunto un compromesso: rientro al 60 per cento, garantendo la presenza per tutti gli studenti dell'ultimo anno, e con l'obiettivo di arrivare al 100 per cento.

In questi mesi di studi per il ritorno in classe delle secondarie ne sono stati fatti: a partire da gennaio con il piano di rientro coordinato dalle singole prefetture che hanno riunito l'ufficio scolastico regionale, le agenzie per il trasporto pubblico locale, i dirigenti scolastici, la città metropolitana. Piano che è stato messo alla prova il 25 gennaio e di nuovo il 12 aprile. La differenza sostanziale questa volta sta nei numeri: non si era mai parlato di rientro al 100 per cento per gli studenti delle superiori.

Per quanto riguarda Trenord, stretta tra la necessità di aumentare i posti a fronte di una capienza dimezzata, e l'impossibilità tecnica di immettere nuovi treni sulla tratte, ha risolto aggiungendo carrozze alle corse programmate. In particolare sulle linee del Passante. Si è arrivati così a un milione e 41mila sedili circolanti al giorno, circa 21mila in più del 2019. Solo nella città metropolitana ogni giorno circolano 1.619 treni, per 924mila posti a sedere, che effettuano 10.712 fermate. Nella fascia di punta del mattino, tra le 7 e le 9, in città circolano 282 treni per un totale di 167mila sedili.

L'Agenzia del Trasporto Pubblico Locale del bacino della Città Metropolitana di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia ha potenziato le corse nei giorni feriali con 39 autobus per

un totale di 271 corse aggiuntive per le scuole, pari a 5891 chilometri in più. Da Atm 1200 corse aggiuntive di cui 800 dedicate agli studenti con 100 bus navetta per 30 istituti. Rinforzate le corse in metrò con 8 treni.

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