Balordo denuncia il colpo: «Per senso civico»

Lui dice di averlo fatto per «senso civico», ma essendo un noto pregiudicato dalla zona, c'è il sospetto l'abbia fatto per sbarazzarsi di un concorrente. In ogni caso ha intercettato Antonio D'Urso, dirigente di Quarto Oggiaro, sull'uscio del commissariato e gli ha spifferato che era in corso un assalto al vicino supermercato. Il funzionario c'è precipitato con sei uomini e ha bloccato il reprobo, trovato poi in possesso di una mannaia e quattro coltelli di varie dimensioni da usare «In base all'obbiettivo».

Antonio D'urso è un diligente funzionario, convinto che il suo lavoro non sia solo azzuffarsi con i banditi, ma anche instillare un senso di legalità nei cittadini. Impresa non facile visto che opera a Quarto Oggiaro. Quotidianamente incontra scuole e associazioni, visita oratori e centri sportivi. L'altra sera verso le 19, stava uscendo dal commissariato per recarsi a uno dei suoi appuntamenti. In strada incrocia un suo «parrocchiano», un pregiudicato di lungo corso che lo avverte: «Dottò, guardi che stanno assaltando il Billa di via Amoretti...e poi non dica che non ho senso civico».

D'urso rientra di corsa, prende sei agenti e si precipita. Arrivati sull'obbiettivo i poliziotti si dividono: tre entrano dall'ingresso principale, tre dal retro. Dentro scorgono Nicolò Emiliano Rubini, 23 anni, che sta minacciando con una mannaia il direttore del supermercato che ha appena raccolto in denaro dalle casse, poco più di 1.200 euro. Il bandito non fa in tempo a mettere il bottino in tasca che un sovrintendente gli scivola alle spalle e gli punta la pistola. Il bandito depone la mannaia si sdraia a terra e si lascia ammanettare.

Rubini, con parecchi precedenti, compreso reati a fondo sessuale, viene portato nell'alloggio che divide con la moglie a Quarto Oggiaro. In casa gli trovano altri quattro coltellacci. Gli investigatori, incuriositi, gli chiedono conto di quello strano arsenale: «Be, li sceglievo in base all'obbiettivo da colpire, più era vasto, e più alto era il bottino, più grande dove essere la lama».

Dopo di che confessa una serie di colpi: il Carrefour di via Sarpi, il Rocas Caffé e il Simply di piazza Baiamonti, il Conad di Bollate, il ristorante Castello di via Dante. Con il bottino che se ne andava puntualmente in cocaina, un vizietto che ha fatto diventare un rapinatore seriale, una corsa bruscamente interrotta da un pregiudicato pieno di senso civico.

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