Enrico Lagattolla
Incontri segreti. Trattative riservate. Telefonate attorno a una maxi-operazione da quasi 400 milioni di euro. Sembrava destinata a un'archiviazione l'inchiesta su Sea. E invece la Procura ha continuato a scavare, mettendo le mani su un piccolo tesoro di informazioni che raccontano una storia tutt'altro che limpida. È passato del tempo, da quando la prima notizia di reato è stata trasmessa dalla Gdf di Firenze ai colleghi Milano. Il fascicolo è passato per le mani di più magistrati, restando a lungo chiuso in un cassetto. Poi, il colpo di acceleratore. Le prime perquisizioni. Le iscrizioni di Vito Gamberale e del suo braccio destro Mauro Maia nel registro degli indagati per turbativa d'asta. Le perquisizioni nella sede di Sea e in quella della «Appeal» di Alessandro Profumo. E un quadro che - tassello dopo tassello - getta un'ombra su Palazzo Marino e sulla gestione dall'intera vicenda da parte dell'assessore al Bilancio Bruno Tabacci, principale sponsor dell'operazione. Il Giornale è in grado di ricostruire i retroscena della compravendita. Mediazioni e contiguità ritenute sospette, nei mesi che hanno preceduto il bando per la vendita del 29,75% della società aeroportuale.
«Stai tranquillo»
È una delle telefonate più delicate. Si tratta di una conversazione tra Gamberale e Maia. Oggetto: la gara per mettere sul mercato le quote di Sea. Il numero uno di F2i chiede garanzie al suo manager. «Nel bando - dice - deve essere esplicitato un profilo che rispecchi F2i». Maia lo rassicura. «Tranquillo, il bando lo faranno per noi». Come è possibile che il futuro acquirente riceva già a luglio del 2011 abbia conferme su un bando che ancora non esiste, e su un'operazione che ufficialmente non è nemmeno sulla carta?
«Ne avremo una copia»
La risposta, forse, sta in un'altra conversazione in mano al procuratore aggiunto Alfredo Robledo. È datata 14 luglio 2011. A parlare è Maia. L'argomento è «il documento» che sarebbe stato sottoposto a Mario Roli, avvocato d'affari che segue la pratica Sea per il Comune. «L'hanno visto», spiega Maia. «Hanno fatto dei commenti» e poi «ce ne fanno avere una copia» che «vediamo con Croff». Ossia Carlo Croff, l'avvocato ingaggiato da F2i. Le parti, insomma, sembrano lavorare gomito a gomito alla stesura del bando.
Il consulente
Roli e Croff, dunque, sarebbero stati alle prese con il documento per la cessione di Sea già prima dell'estate 2011. Ma chi aveva dato a Roli le disposizioni di muoversi già in luglio a nome del Comune? Apparentemento nessuno. O meglio, una vecchia determinazione dirigenziale del 2007 in cui il Comune di Milano conferisce «all'avvocato Mario Roli l'incarico per la consulenza legale necessaria all'attuazione del progetto di valorizzazione delle quote di partecipazione» di Palazzo Marino «nelle società Autostrada Serenissima spa e Milano Serravalle». Su Sea, in quel documento, non c'è nemmeno una riga. Ma qualche tempo dopo è la stessa Sea ad arruolare Roli come advisor per il progetto di quotazione in borsa, anch'esso abortito con l'arrivo a Palazzo Marino di Giuliano Pisapia e del suo assessore al Bilancio Tabacci. Eppure, alle due casacche già indossate da Roli (consulente del Comune per Serravalle; advisor di Sea per la quotazione in Borsa) se ne aggiunge una terza: consulente del Comune per la cessione del 30 per cento di Sea.
L'incontro a tre
Come riportato ieri, c'è un'email inviata da Maia a Gamberale che chiama direttamente in causa - e per la prima volta nell'inchiesta - l'assessore Tabacci. Inviata il 21 ottobre dello scorso anno, il manager ricorda all'amministratore delegato di F2i «l'appuntamento in hotel con Tabacci e Profumo» fissato per il lunedì successivo. L'incontro - sospettano gli inquirenti - potrebbe essere stato organizzato per discutere faccia a faccia di questioni legate alla vendita di Sea, due mesi prima che il bando diventasse pubblico.
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