«Da bergamasco dico che ci rialzeremo Ma qui è un macello con tanti morti...»

Roberto Anelli è stato sindaco di Alzano, un paese tra i più colpiti

Roberto Anelli, capogruppo leghista in Regione, bergamasco ed ex sindaco di Alzano Lombardo, la vostra zona è una delle più colpite dal virus, qual è la situazione?

«Molto, molto, molto critica. Io vivo a Pradalunga, al limite di quella che avrebbe dovuto essere la zona rossa della Val Seriana. Un macello, mi scusi».

E voi ci siete dentro?

«Chi non è qui non può rendersi conto della gravità. La mia casa è fra la Provinciale e la superstrada: si sentono continuamente le sirene. Tante persone ce la fanno con 38 di febbre e 4-5 giorni. Ma per molti non è così. Io non ho mai visto tanti necrologi nel quotidiano locale».

Le vittime vanno oltre i dati?

«Sì, molti morti. Nella maggior parte dei casi sono persone di una certa età e spesso con altre patologie, quindi forse non sono nella statistica. Ma il colpo di grazia lo ha dato il virus».

Ha notizie dirette di Alzano, dove è stato sindaco?

«Per 9 vicesindaco e per 9 sindaco. E ora capogruppo di maggioranza, sono in continuo contatto col sindaco Camillo Bertocchi. Ho visto i dati e ad Alzano sembrano leggermente rallentati. Nembro sale ancora».

La condizione attuale dell'ospedale?

«Tragica. I turni sono massacranti, non dovremmo mai smettere di ringraziare infermieri, medici e volontari. Oggi c'è un triage esterno per smistare i pazienti».

Comuni e volontariato reggono il peso dell'aiuto agli anziani?

«Questa zona ha una forte vocazione al volontariato, stanno dando risposte eccezionali, e i Comuni sono coordinati molto bene».

Anche lei si sta prodigando per dare una mano, dicono...

«Mio figlio dà una mano, io tramite lui mi sono messo a disposizione per portare la spesa nelle case. Mi hanno risposto che, data la mia anagrafe, correrei dei rischi. Ma non sono solo io, tutti qui sono così: quando c'è da fare si fa.

Moralmente la popolazione è provata?

«Sì ma non dobbiamo abbatterci. I nostri nonni hanno vissuto la guerra, ma anche questa è una situazione molto difficile. Il morale è giù, per chi è stato colpito, ma nell'arco di un paio di mesi possiamo rinascere».

La Regione?

«Sta lavorando bene. Sono stati i primi a capire la difficoltà del momento e non tutti, me compreso, lo avevano fatto subito. Il presidente mi diceva: Guarda che non si scherza, servono provvedimenti seri, i dati sono impressionanti'. Anche quelli che lo hanno criticato per la mascherina, che era un messaggio forte, ora dicono che aveva ragione»

Il vostro distretto industriale è importante. I danni dell'economia quali saranno?

«Le fabbriche hanno ridotto molto. Qualcuno ha chiuso adeguandosi.

Nei Comuni della vallata l'insediamento manifatturiero è elevatissimo. Tra Alzano e Nembro sono 3.600 persone impiegate. È difficile dire quale sarà l'impatto, soprattutto per clienti persi. È un mezzo disastro ma dovremo ripartire e lo faremo».

AlGia

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