Berlusconi, appello a Milano: «Stefano è il sindaco ideale»

Il leader di Fi spinge Parisi: «In campo il suo amore per la città» E sul voto di lista: «La Lega non ci supererà. Salvini un alleato»

Alberto Giannoni

Vincerà Parisi e la Lega non supererà Forza Italia. Gli auspici di Silvio Berlusconi sono affidati a Milano, la città che conosce e che tanta fiducia gli ha dato finora. E si fondano, soprattutto, sulle scelte dei milanesi. Intervistato a Telelombardia, il leader di Forza Italia prevede: «Chi vince a Milano? Mi appello al buon senso dei miei concittadini e quindi credo proprio che vincerà Parisi».

Partecipando al Byblos di via Messina all'evento di chiusura della campagna di Mariastella Gemini, lo definisce «il candidato ideale e il miglior sindaco per la Milano di domani». «Rappresenta il meglio dei candidati che vorremmo in tutti i comuni di Italia - spiega - ha messo in campo il suo amore per Milano, anche per quello che Milano ora può rappresentare per questa democrazia che non c'è». Totale la sintonia con Parisi, che auspica «un grande successo moderato». «L'ho corteggiato per due mesi per convincerlo - aveva già spiegato l'ex premier in tv - È stata sofferta l'accettazione, dolorosa, ma con i ragionamenti che ho messo in campo si è poi convinto». Prima di partecipare alla festa che ha lanciato «lo sprint finale» della capolista azzurra, il leader azzurro aveva concesso la lunga intervista alla tv lombarda. E lo stile di Berlusconi, come di consueto, non ha concesso niente alle polemiche. Niente attacchi all'avversario di Parisi, Beppe Sala. «Sono molto diversi - ha detto Berlusconi - Sala è famoso per l'Expo, ma se vogliamo dirla tutta l'Expo a Milano ce l'ho portata io». «Sala è stato sempre nel centrodestra, poi improvvisamente si è dichiarato appartenere al centrosinistra. Credo che nella vita ci voglia coerenza. Parisi è sicuramente più coerente». Sala, poi, «non potrebbe mai governare con le tensioni della sinistra milanese». Il voto sarà una scelta di campo: da una parte il centrodestra, dall'altra la sinistra che amministra a colpi di tasse. Anche Milano, che forse ha subito danni inferiori di quelli registrati altrove, ma si è comunque fermata: «Pisapia non ha fatto male a Milano come invece hanno fatto i sindaci di Roma e Napoli - ha concesso l'ex premier - però la città si è un po bloccata. Comunque sia non basta una darsena e la movida per dire che Pisapia abbia fatto bene. Milano ora ha bisogno di un impulso per un rilancio, basta con questa burocrazia e con le autorizzazioni preventive per esempio».

Ma la scelta sarà anche fra i partiti: «Non credo che a Milano la Lega possa superare per numero di consensi Forza Italia - ha previsto - ma se anche dovesse accadere non ci sarebbe da preoccuparsi». Distensione massima: «Salvini è un nostro alleato indissolubile - ha precisato il leader azzurro - non ho il timore che poi a Milano possa comandare lui».

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