Blitz contro lo sgombero degli abusivi: a fuoco cassonetti e un'auto parcheggiata

Momenti di tensione nella tarda mattinata di ieri durante l'esecuzione di due sfratti nei confronti di occupanti abusivi nelle case Aler di via Salomone, zona Mecenate.
Gli abusivi, probabilmente rom, hanno chiamato in aiuto alcuni loro «amici» per impedire l'esecuzione dello sgombero. Durante le operazioni, alcuni cassonetti della spazzatura sono stati dati alle fiamme in un blitz inaspettato. Sul posto sono intervenuti tre automezzi del Reparto Mobile della Polizia di Stato in tenuta antisommossa e i vigili del fuoco. Le fiamme di un cassonetto incendiato, a causa del vento, hanno anche rischiato di travolgere un'auto parcheggiata poco distante che fortunatamente è stata danneggiata solo in parte.
Guai a toccare gli abusivi. Questa la logica che prevale anche stavolta e che blocca sul nascere i rari tentativi di sgombero degli abusivi. Guai a toccare gli irregolari delle villette Liberty di via Apollodoro. Guai a toccare gli «artisti» di Macao che da mesi bivaccano indisturbati nella sede dell'ex Macello di proprietà della Sogemi.
E nel momento in cui si decide uno sgombero, ecco spuntare i «paladini della giustizia». Solitamente i ragazzi del centro sociale Il Cantiere che addirittura, lo scorso ottobre, per protestare contro lo sgombero di una famiglia che aveva occupato uno stabile in via Preneste, poco distante da piazzale Lotto, aveva improvvisato un blitz a Palazzo Marino. Aggredendo consiglieri e pubblico presente in sala commissioni.
In quell'occasione anche il sindaco Giuliano Pisapia, che non è proprio uno di quei sindaci amanti degli sgomberi, aveva condannato il comportamento dei centri sociali: «Chi cerca con la forza e l'inganno di cancellare i diritti altrui sappia che l'amministrazione non intende tollerare in alcun modo la violenza di chi non accetta le ragioni del dialogo e le regole più semplici della convivenza civile, preferendo la strada dell'illegalità e del sopruso» aveva denunciato. Peccato che lo stesso discorso non è valido per Macao. In quel caso l'amministrazione fa finta di non vedere, fa finta di non sapere che si tratta di occupazione abusiva.

E il nuovo Leoncavallo, travestito da laboratorio culturale, sta mettendo sempre più radici, interfacciandosi con radio, teatri e associazioni come se fosse un ente ufficiale. Ma allacciandosi (abusivamente) ai cavi di energia e gas.

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