Boeri: «Era solo un po’ di stanchezza, ora sto meglio»

«Oggi tutto ok. A parte il personalissimo contributo all’evento, credo si sia trattato di un accumulo di stanchezza e che l’Abramovic sia un po’ una sciamana che sa tirar fuori le nostre fragilità». Poche parole per tranquillizzare tutti. Postate ieri nella sua bacheca Facebook dall’assessore alla Cultura Stefano Boeri dopo il malore che sabato notte lo ha colto mentre partecipava alla performance di Marina Abramovic in programma al Padiglione di arte contemporanea. Un appuntamento a cui Boeri teneva davvero tanto e a cui aveva invitato assessori e consiglieri perché prendessero parte all’evento ideato dall’artista serba. Una rapida spiegazione di cosa aspetta il pubblico che diventa parte della rappresentazione, esercizi di rilassamento e poi mezz’ora sdraiati, mezz’ora seduti e mezz’ora in piedi. È lì che l’assessore colto da un malore crolla a terra. Batte la testa e chi gli sta vicino si spaventa. Intervento del 118 che lo rianima per poi portarlo in ospedale: esami, una Tac. «Tanti appuntamenti, non avevo mangiato tutto il giorno». Ieri giornata di riposo a casa e aggiornamenti sulla pagina Fb. «Durante la performance ho avuto un malore. Oggi tutto ok». Tra i commenti quello del consigliere comunale del Pd Ruggero Gabbai. «Io ho una piccola colica. È proprio vero che l’Abramovic tira fuori i nostri stress psicofisici».
«Milano per Marina Abramovic non è solo lo spazio di un ritorno, ma anche il luogo giusto per lanciare nuovi progetti», aveva detto lo stesso Boeri per presentare l’esposizione che rimarrà in cartellone al Pac fino al 10 giugno. «The Abramovic Method», il primo evento dopo che nel 2010 al MoMa di New York ha realizzato un evento di grande successo, «Marina Abramovic. The artist is present». Per 700 ore seduta, senza muoversi, senza parlare, a guardare gli spettatori che si sedevano al suo tavolo e che a loro volta la contemplavano. Con Boeri che per la performance del Pac ha parlato di «un’esperienza terapeutica, di una sospensione dall’obbligo della connessione continua e frenetica imposta dai cellulari e dai social network. Il metodo di Marina Abramovic, che non è solo il titolo di una mostra o solo una performance, ci indica il modo migliore per utilizzare anche in futuro gli spazi straordinari del Pac».

Nata a Belgrado 66 anni fa, la Abramovic si afferma nel 1996 alla Biennale di Venezia quando si mostra al pubblico per giorni seduta su di una montagna di ossa. Le pulisce una per una cantando antiche litanie serbe, recita preghiere e racconta al mondo indifferente la sofferenza del suo popolo massacrato in quegli anni dalla guerra civile. Fu Leone D’Oro.