Il botta e risposta con Pisapia fa venire voglia di cambiare canale

Considerato che uno è commissario straordinario di Expo, l'altro commissario generale, almeno davanti ai cento e più Paesi del mondo che hanno già deciso di investire su Milano e sull'evento del 2015 potrebbero fingere rapporti cordiali. Invece, al summit dei Paesi giorni fa si evitavano come la peste. Sindaco e governatore. Uno show che sta stufando anche i milanesi, visto che ogni giorno Giuliano Pisapia e Roberto Formigoni sono concentrati su un match a distanza, invece di lavorare insieme su progetti concreti per Milano e la Lombardia come ci si aspetta da due istituzioni. Ieri apre lo scontro Pisapia. Su Repubblica invita addirittura ad una «grande ribellione civica» contro il presidente della Regione, «deve dimettersi» dopo che alle vicende giudiziarie in corso si è aggiunto l'arresto dell'ex assessore Zambetti per legami con la 'ndrangheta. La replica del governatore è, in altri toni, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Quella del sindaco è «una gravissima caduta di stile» e chi «si impanca a giudice degli altri dovrebbe avere la coscienza limpidissima lui stesso, e non è così». Ricorda che è in carica da un anno e la magistratura sta «ha già deciso di vederci chiaro sull'asta per Sea, è direttamente implicato un assessore» - Bruno Tabacci al Bilancio - «ma riguarda l'intera giunta».

Tocca a Pisapia: «Siamo stati limpidi e diffido chiunque a dimostrare il contrario» quanto allo «stile, io le vacanze me le sono sempre pagate da solo, lui no». In mezzo, ping pong tra Tabacci e Formigoni: «É al canto del cigno» dice il primo, «meglio cigno che oca» ribatte l'altro. Vien voglia di cambiare canale.

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