Milano è ancora in preda alle esalazioni dal forte odore di bruciato, conseguenza dell'incendio scoppiato domenica sera in via Chiasserini, zona Bovisasca-Quarto Oggiaro, in una ditta di smaltimento rifiuti generici. L'odore persiste e si diffonde in tutta la città a causa del vento debole che lo sta trasportando ma non disperdendo, fanno sapere dall'Arpa, l'agenzia regionale per la protezione ambientale che sta proseguendo nei monitoraggi. Dal versante dei quartieri Fiera-Washington-Solari-Giambellino, le esalazioni si sono spostate in zona Cadorna verso Città Studi. In mattinata è cominciato il tam tam sui social. Grazie ai suoi monitoraggi, l'Arpa assicura che non ci sono pericoli per la salute e domani sono attesi i risultati delle analisi specifiche sui microinquinanti, fatte sul luogo del rogo. Nel frattempo proseguono le operazioni di spegnimento: l'incendio è ancora in corso e i vigili del fuoco devono operare con estrema cautela perché il capannone è pericolante e non possono entrare.
È il meteo, insomma, il principale responsabile dell'aria irrespirabile. L'odore acre, simile a quello della gomma che brucia - in effetti nel capannone c'erano prevalentemente gommapiuma e stracci - si sposta e invade altre zone perché le capacità dispersive dell'atmosfera risultano molto limitate e prevale una condizione di «ristagno della massa d'aria al suolo»: ovvero l'alta pressione schiaccerà a terra la nube di fumo e relativi odori. Intanto però sui social e tra la gente si allarga a macchia d'olio la psicosi. Per strada, nei bar e sui mezzi pubblici è ormai un incubo. Centinaia le segnalazioni a tutte le forze dell'ordine mentre nelle farmacie è boom di acquisti di mascherine.
Dal Comune continuano le raccomandazioni per gli abitanti della zona vicina all'incendio: «Tenere le finestre chiuse, sostare il meno possibile all'aperto, non mangiare verdura o frutta prodotte nell'area. Si sta lavorando affinché tale situazione duri meno possibile».
«È chiaro - dichiara l'assessore all'Ambiente Marco Granelli - che non possiamo più permettere che avvengano queste emergenze. La Magistratura e le Forze di Polizia stanno indagando e siamo convinti che lo faranno nel modo più incisivo possibile. Non siamo la terra dei fuochi. Ma non basta, dobbiamo essere sempre più rigidi con gli impianti di stoccaggio e smaltimento. Con i rifiuti non si scherza. E meno male che le istituzioni stanno operando con fermezza. La Città metropolitana aveva fatto sopralluoghi positivi prima dell'estate, quando non c'erano rifiuti, poi aveva notificato il preavviso di diniego dell'autorizzazione a fine agosto, viste alcune irregolarità e infine giovedì scorso, insieme alla Polizia Locale, grazie a una fattiva collaborazione tra Città metropolitana e Comune di Milano, c'è stata un'ispezione a sorpresa e un verbale che contestava la presenza di rifiuti non autorizzati. Dobbiamo stringere le maglie molto di più, Città metropolitana e Comune, Regione, forze di Polizia e magistratura. Milano che fa molto per l'ambiente non può subire questo trattamento da pochi individui che vogliono fare affari sui rifiuti e sulla nostra salute».
Nel frattempo un'operazione del Noe, il nucleo operativo ecologico dei carabinieri, ha scoperto un sito abusivo di stoccaggio di rifiuti di circa 1.200 metri cubi di oggetti in plastica a Cornaredo. L'area è stata sequestrata e due persone sono state arrestate. Tutto questo è stato possibile grazie alla segnalazione di cittadini attivi che sono i primi difensori dell'ambiente e che hanno messo in stato di allerta i militari dell'Arma.
Su twitter il ministro dell'Ambiente Sergio Costa si è congratulato con i carabinieri e ha commentato con parole lusinghiere l'operazione nel Milanese che ha portato alla scoperta di una discarica illegale anche a Cornaredo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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