A Brera fondi ancora bloccati e contratti di lavoro a rischio

Senza l'ok della Corte dei Conti alla nuova pianta organica non arrivano i soldi per la gestione ordinaria. I dipendenti: «Stipendio tagliato. Ci manderanno a casa in quindici»

Non basta un direttore-manager per far funzionare tutto come e meglio di prima. A Brera l'interregno si preannuncia lungo, al punto che tra i corridoi del palazzo c'è chi prevede che il neo nominato James Bradburne, al suo arrivo tra una decina di giorni, non saprà neanche su quale scrivania appoggiare le valanghe di carte di cui si vedrà investito.

Perché la riforma varata dal Mibact, con il conseguente spin-off della Pinacoteca e della biblioteca Braidense dalla Soprintendenza, comporta una rivoluzione nello status quo ante in cui molti aspetti restano poco chiari.

Il principio è separare la figura del direttore dei nuovi enti autonomi -responsabile di imprimere a questi una governance più efficiente, bilanci alla mano- da quella del Sovrintendente, che resta ad occuparsi degli aspetti legati alla conservazione del patrimonio. Ma che succede con la Biblioteca Braidense, dove l'attuale direttore Maria Goffredo, è stata nominata poco più di un mese fa, con un contratto di tre anni? Lì come alla Pinacoteca, in questi giorni tra custodi, archivisti, architetti e funzionari di tutti i livelli regna l'incertezza: la nuova pianta organica deve essere approvata dalla Corte dei Conti, fino a quando non arriverà l'ok di risposte concrete ce ne saranno poche. Anche perché nel frattempo l'ex segretario regionale del Mibact Alberto Artioli è andato in pensione, e pure quel posto resta vacante.

«La Pinacoteca e la biblioteca Braidense finora non sono esistite come istituti dotati di fondi propri, quindi mancava una pianta organica autonoma e definita. Succede qui come per altri istituti, la questione è nazionale», spiega Antonella Galeone, rappresentante sindacale e custode della Pinacoteca. Gli addetti alla vigilanza sono i più danneggiati e i più preoccupati. Già da dicembre hanno smesso di ricevere il salario accessorio, «una voce dello stipendio mensile che può superare i 200 euro». Galeone non è ottimista: «È probabile che si andrà avanti così fino a ottobre o novembre. Abbiamo solo la speranza di ricevere entro due mesi almeno quanto ci è dovuto per dicembre scorso».

E c'è anche l'ombra concreta di futuri licenziamenti. Perché ad oggi i dipendenti addetti a custodia e vigilanza sono 140, ma il nuovo piano fa riferimento a 120 persone. «Qualcuno, è vero, andrà in pensione, perciò calcoliamo che saranno 15 le persone mandate a casa». Ma in sofferenza, in attesa che arrivino le approvazioni dall'alto, c'è tutta la struttura, perché «finché non c'è una definizione dei nuovi istituti tardano tutti gli accreditamenti delle risorse: quindi se si rompe la serratura di una porta, o se finisce la carta, mancano i fondi per i ricambi».

Per questo sarà fissata a giorni la data di uno sciopero -nazionale: indetto da Cgil, Cisl e Uil- proprio nei primi giorni di settembre, in concomitanza con l'arrivo a Brera di James Bradburne.

«Le basi gettate da Dario Franceschini rivelano una grande irrazionalità, oltre che una enorme disattenzione: avevamo fatto presente al ministro questi problemi già in un incontro a luglio, ma ci ha ignorati completamente».

Twitter @giulianadevivo

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