Un misterioso attentato incendiario ha distrutto la sera di Pasqua a Inveruno, la vettura di Jose Padovan, vigile urbano a Buscate, ma soprattutto madre di Carlotta di Lauro, accusata di aver partecipato all'assalto di Gallarate per liberare Domenico Cutrì. Un colpo andato malissimo, perché nella concitazione del momento, un proiettile esploso da uno dei complici uccise Antonino Cutrì, fratello del boss evaso e fidanzato della giovane. Jose Padova però esclude che l'attentato sia collegato alla vicenda. «Credo sia stato invece l'automobilista a cui ho fatto la multa qualche giorno fa».
Carlotta Di Lauro, 26 anni, balzò agli onori della cronaca il 3 febbraio dopo che il suo fidanzato Antonino, 23 anni, insieme ad altri quattro balordì fece fuggire il fratello Domenico Cutrì, 32, già condannato all'ergastolo. L'azione davanti al tribunale di Gallarate finì però in maniera drammatica e Antonino fu portato a casa della madre agonizzante, per morire poco dopo in ospedale. Ucciso, sembra, da un colpo partito accidentalmente ai complici. In ogni caso la banda finì presto in manette: cinque balordi, compreso la Di Lauro, e per ultimo l'ergastolano.
Sulla vicenda sembrava calato il silenzio, fino a quando la sera di Pasqua una esplosione ha fatto scendere in strada i residenti di via Volta a Inveruno. In un angolo stava bruciando la Hyundai Jazz di Jose Padovan. Un incendio doloso fuori da ogni dubbio, visto che poco distante veniva trovata una bottiglia di plastica con residui di benzina e una spugna.
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