«Buco» da 178 milioni in Comune Ma il Pd (spaccato) diserta l'aula

Assenti sei Democratici su 20, salta il Consiglio sui tagli del governo L'opposizione attacca: «Non sanno se stare con Pisapia o con Renzi»

Si doveva parlare della sforbiciata da 47 milioni con cui Milano rischia di fare i conti come effetto della nuova legge di stabilità nazionale. E si doveva discutere di un altro macigno da 251,8 milioni di euro: tanti sono i soldi che il Comune, adeguandosi alla riforma della contabilità locale al via il primo gennaio, dovrà accantonare nel Bilancio 2015 come «fondo crediti di dubbia esigibilità», tasse non riscosse negli ultimi 5 anni e difficilmente recuperabili ormai. In pratica, dovrà congelare quella cifra invece di inserirla nel calderone delle entrate, seppure «virtuali».

Forza Italia aveva pronto un ordine del giorno in merito. Ma se ne parlerà, forse, giovedì prossimo.

Ieri, infatti, in consiglio comunale era in programma il dibattito sulla legge di stabilità ma all'appello hanno risposto soltanto 23 consiglieri (il quorum è fissato a 25) e alla fine è saltata la seduta. Ben 6 su 20 banchi vuoti nello schieramento del Partito Democratico: assenti David Gentili, Rosario Pantaleo, Natale Comotti, Paola Bocci, Anna Scavuzzo ed è arrivata dopo il gong Rosaria Iardino.

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