Buenos Aires pedonale Commercianti infuriati

Buenos Aires pedonale Commercianti infuriati

A piedi nella città per otto chilometri, con mercatini e bancarelle. Un clima a metà tra la campagna e il paese che piace a molti ma ad altrettanti dispiace. A lamentarsi sono i commercianti. «Le iniziative sono positive, ma non andrebbero fatte nelle vie commerciali, perché la gente non si ferma a guardare le vetrine. Cammina in mezzo alla strada, è attirata da altro. E poi andrebbero organizzate non solo dal consiglio di zona e dal Comune, ma coinvolgendo il commercio» protesta Gabriel Meghnagi, presidente di Asco Baires. Spiega: «Questa domenica i negozi hanno incassato il 50 per cento in meno di domenica scorsa. Qualcosina in più hanno incassato solo i bar e le gelaterie».
Non è una bocciatura a tutto campo. Continua Meghnagi: «Gli eventi sono belli, ma le sagre paesane non servono alla città. Penso a come sono stati positivi gli appuntamenti delle notti dello shopping, di auto e moto d'epoca, la festa del riciclo, la giornata di Coldiretti, tanto per fare qualche esempio. Ma è importante lavorare tutti insieme e non uno contro l'altro. Soprattutto in vista di Expo, è importante programmare eventi di livello».
L'appuntamento prevedeva decine di eventi per riscoprire la città, da piazza Castello a piazzale Loreto. L'idea era di creare un ponte pedonale tra centro e periferia, Anche a causa della giornata elettorale, con banchetti e gazebo, l'affollamento è stato grande. Lo stop alle auto ha toccato parti di corso Venezia, Buenos Aires e via Padova. In corso Buenos Aires il Miglio delle Culture: danze, letture, giochi, musiche, teatro, performance, animazioni, poesie con il coordinamento dell'Associazione Città Mondo. Grazie a una convenzione con tre teatri della Zona 3, Elfo Puccini, Leonardo Quelli di Grock, Menotti Tieffe, lo spettacolo del pomeriggio era a prezzo scontato.

È partita anche la quinta edizione de «la Festa di via Padova», organizzata dall'Associazione «Via Padova è meglio di Milano».
A piangere i commercianti: presi dalla cultura, i milanesi hanno dimenticato lo shopping.

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